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Cullata dall’impercettibile ritmo etereo delle nuvole e le mie pupille in un girotondo danzante.
Scivolosa scivolavo nella dimensione della verità, li dove tutto è più semplice.
Mi addentravo nel verde, era morbido, confortevole, tutto mi chiamava, tutto era vita animata.
Ma tutti i richiami si quietarono davanti a quello del Noce Nero.Maestoso mi osservava e fui cosi attratta verso lui.
Uno scambio onesto e senza parole, le mie mani sulla corteccia ruvida.La corteccia ruvida era adesso dentro me in un fondersi e confondersi di molecole.
"Tu che sei divinità mio Noce Nero, hai un essere umano davanti a te e gli dai la grazia di congiungerti al suo spirito. Colgo quest’occasione per porgere le mie scuse, per porgere le scuse di tutto il genere che io rappresento.La nostra natura deve apparirti deplorevole.La peggiore tra le specie, tra le creazioni su questa magica Terra.Io ti porgo le mie scuse per quanto poco possano servire"
Il Noce Nero accolse il mio messaggio ed in quello stesso momento mi sentì dolcemente avvolta da un profondo sentimento di compassione verso me e verso il genere che rappresento.
"Ciò che sei e la specie che rappresenti, mio caro umano, noi abbiamo pena per voi, che vivete spesso lontani dalla verità, ciechi, vi osserviamo soffrire, siete la specie che soffre di più, e proviamo compassione per voi".
La corteccia ruvida tornò corteccia e nei miei palmi era nuovamente liscia pelle.
Ma ebbi un ulteriore regalo dal Noce Nero, un suo nocciolo era tra le mie mani.La sua peculiare forma a cuore rimembra me quanto c’è ancora da coltivare nel mio.