Franano i sogni all’alba

Tesi mai confermate

soli, in prigionia

autori, senza ritratto

senza note a margine di sogni

su un davanzale che si sgretola 

senza sestante, né carte di rotta

naufragare, precipitare

Le tue aspirazioni

sono le ancore di ieri

alla fonda del vasto mare

di pensieri

illusioni

solcate soltanto dal vento di ieri

senza risacca, senza ripensamento

sono le gelide correnti

oppure le artiche pareti ghiacciate

a strapiombo sul litorale

sono le rose sparse sul tuo cammino

o anche anime belle e perse nel pieno della burrasca,

boccheggiando senza tempo

e sempre fuori rotta, intanto, si confondono e disperdono

senza ripensamenti e

affogando nel mancamento

esuli, senza luci, su un molo spento,

mentre, ormai, orfana, e solitaria,

sanguina l'olio della lanterna,

laggiù al porto, nella distanza

E' un quadro appeso nel museo,

è la falsa luna che da lassù ti fissa

è l'antico portone a cui nessuno bussa

è l'inquietudine del veliero

che affonda senza apparente forma

mentre

nel momento clou, tutto precipita

Sei

all'angolo, buio, di una strada commerciale,

a un solo passo appena 

dall'isolato semplice forma al quadrato

Questa la marea che non si conclude

il circolo vizioso o di Praga, 

la perfetta palude

del caos, che ti racchiude,

anche all'alba, oggi e, forse, di cui ci si illude

svagati segni che non sbocciano

se non sulle languide aspettative

Fiori di pesco pietrificati sulle sue rive

la bella stagione

è un bengala lanciato a salve

sopra una vuota cornice

affondando fino alla sua

zampillante radice