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TragediBus ATAC – L’agonia della vescica
Ore 8:00. Autobus ATAC strapieno. In fondo, un poveraccio con la vescica che urla pietà:
«Accidenti, ho bevuto troppo stamattina… non resisto altri quaranta minuti!»
Accanto a lui, l’amico diabolico che sussurra: «pss pss… fontanellaaa… ruscelletto… plin plin…»
Ad ogni buca presa dall’autista: SBAM! — e il malcapitato si piega in due.
Poi l’autista, invece di accelerare, apre le porte fuori fermata:
«Ah signò, per Tor Bella Monaca deve scendere due fermate prima, gira a destra, trova il bar di Gino… e chieda di Peppino!»
Intanto il passeggero si torce, sudore freddo, occhi sbarrati.
Come se non bastasse, il conducente per fare il brillante devia davanti alla Fontana di Trevi:
«E sulla sinistra, la magnifica fontana barocca! Sentite il fragore dell’acqua… shhhhhh… splashhhh…»
Il passeggero geme: «Ti prego… non descriverlaaa… sto per diventare io la fontana di Trevi!»
E proprio lì, il colpo finale: sale un bibitaro col sorriso.
«Ragazzi, oggi ho venduto bene. Queste non le porto a casa. Coca-Cola gratis per tutti!»
Pssssht! delle bottigliette che si aprono, gorgoglii nei bicchieri, risate allegre.
In fondo al bus, il disperato urla:
«BASTAAAA! Vi odio tutti! Fermate questo autobus o affogo Roma in un’alluvione personale!»
Si piega quasi per esplodere.
L’amico, con un ghigno largo e gli occhi che brillano di perfidia, si china verso di lui e, ridacchiando tra sé, di nuovo:
«pss… pss… pssssssss…»