Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
Specie dominante che si definì sapiente
tessiamo fili di ragno
sulla materia impalpabile
dell'inconoscibile.
Visitiamo case desolate
dai davanzali tristi e senza fiori,
profumate di vesti abbandonate.
Il sangue è un oscuro cavallo,
scorre cieco, galoppa imbizzarrito,
galoppa in tumulto tra petrose cascate.
Labirinti percorriamo di notte
senza uscirne di giorno.
Muoviamo treni vagheggiati
su stazioni di nebbie perdute,
per regalarci addii fittizi
e decorare solitudini.
Con bastone di cieco intelletto
evochiamo geni maligni
e tastiamo nel buio dèi ingannatori...
La noria del terrore ruota inesorabile.
I nostri Poeti
ci alleviarono la pena dei giorni
suonando notturni su flauti di grondaie,
esibendo passaporti di sovietico orgoglio,
allineando tutti con un colpo,
tonante esplosione di Etna
in un pianoro di vigliacchi,
maledissero l'uomo nero,
ospite indesiderato di ebbrezze disperate
profumate di kvas,
accomiatandosi con rosso inchiostro
di sangue contadino,
osservarono segni,
alati messaggeri e nuvole,
interrogarono indifferenze di meriggi,
sonnolenze sospese di canicole,
foglie incartocciate,
lingue mute di dolore arse...
Cercarono la semplicità,
crivellati di desolazione
e, dopo aver visto,
se ne andarono,
senza voltarsi.
Noi,
specie dominante che si definì sapiente,
in sala d'attesa spoglia di deserta stazione
misuriamo
Il boato del vuoto,
aneliamo
la cortina della nebbia,
ascoltiamo
atterriti
il nome del silenzio.