Ai limiti della notte

scritto da Inferno delle città
Scritto Ieri • Pubblicato 24 ore fa • Revisionato 24 ore fa
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Testo: Ai limiti della notte
di Inferno delle città

Alle intersezioni e agli angoli del tempo

siamo i fuoriusciti di un altro destino, di un altro mondo



ai ponti, dietro i binari 

- forse non ci sono più strade -

verso i limiti della città o della notte, ai suoi contrafforti



Sono le barricate del nulla

la predestinazione inconcepibile

di convogli umani senza biglietto

di un viaggio di non appartenenza

senza approdo, senza miraggio, ma indifferenza



alle distanti latitudini

agli antipodi della bidonville dei nostri cuori

un impossibile viaggio

che non si spiega



Intensamente bivaccano le ansiose chimere



è una fragranza che cade, e non è poesia,

nelle strade, sotto i ponti

 oltre le palizzate

nelle ingiurie della retrovia

 è quello che accade

e di un canto si schiudono le persiane, lungo la via



irrompe una forza inerme, retrograda

davanti alle fontane e davanti ai portoni del tempo,

la città non ne viene neppure lambita,

è un sogno o è la nostra vita

ad uscire per strada

viziata dall'aria di questo ineffabile declino



tutto è perso, nell'indagine e nel suo converso

questo mattino, sotto le barricate e le false

proferite dichiarazioni dello speaker spettinato

che non si interroga, dietro il vetro incrinato



E' una farsa, una burla e già prima di averlo svelato

non vi è uno solo a scommetterci, azzardando



in tutto questo infamante disastro programmato

vendicante viaggio, distante congiura

si muore ai margini di una falsa attesa

o letteratura, che digrada lungo il boulevard

sulla costa nordoccidentale

e del tuo volto di estraniante dolcezza



Tutto è perso, nell'indagine e nel suo converso,

nascosto dalle menzogne del manovratore alla cabina di regia,

e dei cui lineamenti non è dato inferire, benché arrischiato

a dadi, sulla via di nessun valore attestato,

dell'ovvio neppure si interroga, dietro il vetro inquinato, a ripetizione 

è una gragnuola di false notizie preconfezionate 

per il pubblico dei devoti 

del nuovo credo istituzionalizzato



E' il tuo doppio, e la sua insanabile, sfuggente negazione 

o inscenato degrado, il giuoco malato di un folle

o il beffardo inganno di un cieco accreditato



è la triste realtà che reclama a gran voce

verità e cittadinanza di informazione, 

è l'informazione

che chiede asilo politico in questa nazione

spenta di sogni, d'ogni illusione

ma già insorgente di malcontento

e di sommossa, verso il finale teatro

nella farsa epilogo, che non è più incertezza, né vento

ma solo la foglia tremula che si distacca in un momento

per questo, non è possibile, già oggi

non più ci si può inoltrare al di là delle scogliere del dubbio

nessuno può lanciare o arrischiare il cuore al di là dei limiti del conosciuto



Nessuno è dissetato ai cigli di questo preordinato rifiuto

a lato della via stonano anche i cantori, i musicanti, le osterie, a notte alta

e invano sonnambuli pensieri avanzano un qualche diritto di cittadinanza

ora le ombre della notte inghiottono fatalmente il sonno e ogni meraviglia

e della sua corte di artisti di strada, a soggetto,

a poco a poco si dileguano i lievi fardelli, dalle città

dalle bidonville

adesso, solo i senza dimora possono assaporarne l'anima,

addormentandovisi morbidamente al centro, tintinnante o sordo,

del loro martirio inutile, al passaggio dei bidoni del lattaio

nel vento di ieri, abusato, dei santi e degli eretici

e della morte innocente e vana di miscredenti e filosofi

su questa spiaggia, erosa dalla precarietà e dal male

della incoscienza umana, che si sta giocando tutto a carte,

inclusa la vita, alle soglie di questa guerra post-nucleare, post-digitale 

a questi lidi che riecheggiano di inutili appelli e preghiere

dove la guerra sarà davvero

Ai limiti della notte testo di Inferno delle città
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