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Sono rifiorite le rose sul sagrato della pieve
l’una dal color invitante della ciliegia, diabolica tentazione,
l’altra dal candore celestiale di una bianca neve
intenta a provare il potere dell’innocenza nella seduzione.
Bramando possedere entrambe per volare ad altezza d’aquile,
allunghiamo la mano per coglierle, ma una spina poco gentile
ci punge senza ritegno e vuole impedirci di farci il mazzo,
deridendoci mentre, succhiandoci il dito, ci lamentiamo dell’andazzo.
Sono rifiorite le rose, l’una regina delle nevi e l’altra black ciliegia
noi fermi, come l’asino di Buridano, preferiremmo cogliere un’aquilegia,
il sole ha fretta, non ci aspetta stasera con un tramonto speciale
di quelli che sparano raggi a tutto cielo così belli da far male,
se ne va alla chetichella, non vuol fare il palo durante la nostra overdose,
ma noi, gagliardi ingordi, decidiamo di prendere a piene mani tutte le rose,
quasi fossimo in un discount consumati dall’ebrezza dell’offerta 2x3,
capaci di ogni cosa pur di riuscire nell’intento di farci un bel bouquet.