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Stavano in silenzio entrambi,
Alice e il suo Cappellaio,
Come in attesa di qualcosa,
Di quel qualcosa che però non arrivava.
Era arrabbiato il Cappellaio
E guardava nel nulla senza dire una parola,
Mentre Alice al suo fianco, ma distante,
Non osava parlare, dire nulla,
perchè già lo aveva fatto troppo
E sapeva ora di avere esagerato,
Sbagliando una volta ancora e ancora.
Le lacrime ora non bastavano più
E un grande vuoto aveva invaso il suo animo.
Erano protesi su un muretto
che si affacciava su un piccolo lago,
Su cui risplendeva e si specchiava la luna.
Fu il Cappellaio a parlare con tono scuro e malinconico:
"Il segreto, cara Alice, è circondarsi
di persone che ti facciano sorridere il cuore.
È allora, solo allora che troverai
il Paese delle meraviglie".
La piccola Alice non riuscì a trattenere le lacrime,
Era un pianto silenzioso il suo,
sommesso, quasi soffocato e tanto timido,
Fatto di turbamenti e di disagio
suscitati dalla coscienza e dal timore
di perdersi e perdere il grande amore.
Tese la sua mano verso il Cappellaio,
Che esitò ma poi ne toccò le punte con la sua.
Alice lo implorò con gli occhi bagnati,
Lui la guardò e, immerso nei suoi pensieri,
Le indicò la luna che si rispecchiava nell'acqua,
Lei allora gli dedicò tutti i suoi pensieri:
"Non conosco felicità più grande
che stare con te tutto il tempo,
senza interruzione, senza fine."