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A Burano, tra case variopinte, sorge la Casa dei Numeri, un’abitazione sghemba, al margine della laguna, che nessuno osava ridipingere. Dal 1962, sui muri della casa apparivano, senza ragione o mano visibile, varie serie di numeri: a volte in progressioni ordinate, altre volte in colonne caotiche, come un registro misterioso o un linguaggio sconosciuto.
La prima sequenza, apparsa sulla parete di ingresso, fu 312, 525, 2147 e risultò assolutamente incomprensibile. Sembrava non avere senso e, come sempre capita, qualcuno iniziò a insinuare che fosse una sorta di avvertimento. Nessuno volle crederci, finché una tremenda mareggiata non si abbattè sull’isola. L’evento venne registrato alle 21 e 47 del 25 Maggio, esattamente 312 giorni dopo l’apparizione dei numeri sul muro della casa. Negli anni, la Casa dei Numeri divenne oracolo per la comunità di Burano.
I ragazzini si divertivano nel tentativo di decifrare i codici comparsi nottetempo: 54166 risultò essere la data di nascita, 16 Giugno 1954, di un pescatore che trovò sul fondale una piccola scatola con dentro i progetti, ormai quasi illeggibili, di costruzione della casa, 227 diventò la data di rottura della diga, 1701 preannunciò il giorno in cui il parroco sarebbe stato trovato morto in canonica.
Gli studiosi di Venezia cominciarono a presentarsi per campionarne la vernice o per fare ipotesi sulle proprietà metapsichiche della casa, ma nessuno fu mai in grado di prevedere cosa sarebbe comparso la notte successiva, né di cancellare i numeri quando la notizia risultava essere troppo pesante per gli abitanti dell’isola. A ogni tentativo di imbiancatura, la sequenza riappariva identica, come se la parete avesse memoria di ciò che doveva essere detto. Nessuno più la abitava da anni, eppure a ogni tramonto qualcuno si fermava davanti all’ingresso, controllando se ci fossero nuove sequenze, se la sorte avesse ancora bisogno di essere annunciata.
Si mormorava della casa come di un’entità più che di un luogo, un organismo anomalo. Alcuni la credevano opera di uno spirito antico, altri di una mente umana geniale e malata o di una tecnologia piovuta da chissà dove, ma il risultato era sempre lo stesso: la gente della laguna si radunava sotto la facciata della Casa dei Numeri come davanti a un altare pagano, con lo stesso rispetto superstizioso riservato alle reliquie. C’erano famiglie che giuravano di aver risolto litigi secolari grazie a un 2 comparso di botto tra le decine di cifre dispari o pescatori convinti che 889 fosse un segnale per gettare le reti proprio in un tratto di canale che fosse riconducibile a quella sequenza.
Un abitante di Burano raccontò la storia di come i numeri avevano salvato la sua stessa barca. L’inverno precedente, la facciata aveva indicato “49” scritto in rosso, solo due cifre. La quasi totalità dei pescatori aveva ignorato l’avvertimento, ma quelli giovani, tra cui lui, decisero di sospendere la raccolta al quarantanovesimo giorno di stagione. Quando una tempesta di grandi proporzioni, proprio in quel giorno, distrusse tutto ciò che incontrava sul suo cammino, solo chi aveva rispettato il monito della Casa dei Numeri riuscì a limitare i danni. Da allora nessuno aveva più osato ridere dei graffiti che ogni notte si moltiplicavano.
Negli anni successivi, la casa diventò oggetto di culto laico. Ogni sabato pomeriggio, bambini e madri in processione si fermavano sotto la parete a leggere i nuovi messaggi, recitando a memoria le sequenze come una litania. Alcuni numeri erano stati associati a eventi specifici: il 14 portava pioggia, il 7 significava un evento disastroso, lo zero era segno di quiete ma anche di vuoto e aveva un potere quasi purificatore. La Casa dei Numeri era una zona franca. Nessuno osava imbrattarla o sfidarne i responsi e quando un turista provò a cancellare una progressione utilizzando del gesso blu, la cronaca locale raccontò di come la sua macchina si bloccò senza un guasto evidente nel parcheggio di Fondamenta S. Mauro, costringendolo a restare una notte in più sull’isola, fino a quando non si scusò pubblicamente per la sua imprudenza.
I ricercatori veneziani, attratti dalla fama della casa, cominciarono a comparire con sempre maggiore frequenza. Si presentavano con camici e strumenti, portavano via campioni dalla facciata, montavano telecamere a infrarossi per individuare la mano invisibile che ogni notte scriveva e riscriveva le cifre. Una primavera, un team dell’Università passò intere settimane a dormire in una pensione accanto al ponte delle tre case, annotando ogni variazione nei numeri, sperando di cogliere la logica nascosta. Ne uscì una pubblicazione accademica che non spiegava nulla ma faceva di Burano un caso di studio, attirando ancora più curiosi e fanatici.
Con il tempo, la Casa dei Numeri divenne più di una leggenda. Era una presenza costante, come il rumore delle barche o il richiamo dei gabbiani. C’era chi si affidava ai numeri per scegliere i giorni di matrimonio, chi li usava per le giocate al lotto o per prevedere le maree. Ma nessuno riusciva a superare l'imprevedibilità delle sequenze.
La casa, intanto, si consumava lentamente, come un corpo che si rassegna alla vecchiaia. I vetri ai piani alti erano opachi a causa del sale, le imposte sempre più scrostate, il portone d’ingresso era pericolante. Eppure, anche da vuota, la Casa dei Numeri continuava a dettare il ritmo della vita dell’isola. Bastava un nuovo graffito per cambiare le abitudini di decine di famiglie o per risvegliare antiche paure che si credevano sepolte nella nebbia della laguna. Nessuno più la abitava da anni, eppure la casa non era mai davvero sola: c’era sempre qualcuno fermo davanti alla facciata, in attesa che il prossimo numero svelasse un altro frammento di destino.
Nel corso degli anni la Casa aveva continuato a mostrare sequenze a un ritmo sempre più intenso, al punto che gli abitanti di Burano non riuscivano neppure ad annotarli o a vederli. Come se ci fosse in atto una sorta di accelerazione degli eventi. Il fenomeno prosegue ancora oggi, seppur con un ritmo, questa volta, lentissimo e tra le varie sequenze che, nel tempo, hanno trovato una spiegazione più o meno forzata, una è tuttora misteriosa: 03062028.211. Nessuno sa ancora decifrare le ultime tre cifre della sequenza, né capire perché questa sia l'unica sequenza mai apparsa con un segno di punteggiatura. Alcuni sostengono sia una data seguita da coordinate, altri un codice per qualcosa che deve ancora manifestarsi nelle acque della laguna.