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Si lo so, lo so.
Devo ripristinare il sistema rabbioso centrale,
così non s’ha da fare, non si può continuare.
Son rimasta impigliata in questa algia nostalgica,
nomade corporale priva di fissa dimora,
decide lei cosa colpire, di ora in ora.
È un male squagliato, un male di spirito,
non sai di dove viene e dove va,
sai solo che scorre dentro le vene
e le tue turbine funzionano a metà.
Poi si, pure sogni e immagini d’avere il dono dell’ubiquità,
come San Pio,
ma invece vivi tutto in obliquo,
in perenne discesa col parapendio.
Che fare, hai questo patema d’animo, vivi in stato di shock,
una pensilina piena di farmaci, sembra uno stock,
desideri vivere allo stato brado, ma sei ridotto a bradipo,
così ti aggrappi alle nuvole, fantasticando su un risveglio orfico.
Poi riscendi a terra e ti accontenti delle trofie al pesto
e le mangi scrivendo strofe peste, con la creatività in arresto.
C'est la vie…
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