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QUEL DITO PUNTATO
A volte, si crede di sapere tutto degli altri, ma troppo poco o nulla si sa.
A volte, ci si ferma sulla riva di un lago, si osserva la sua calma superficie,
ma non si conosce la pena di chi è sceso nell'oscurità del fondale.
C'è chi non sa raccontare il dolore, chi lo conserva nell'anima in silenzio,
senza fare rumore, senza creare scalpore.
Eppure c'è... e se è nascosto fa più male.
C'è chi ha sbagliato senza volerlo, per inesperienza o per umana imperfezione.
C'è chi conosce le proprie colpe, pungono dentro come dardi infuocati
e dal cuore non si possono più estrarre.
Nessuno è esente dal commettere errori, nemmeno chi dei propri non si accorge,
nemmeno chi si crede ineccepibile e speciale.
Perciò è meglio non fermarsi in superficie,
meglio abbassare quel dito puntato, meglio la fatica di provare a capire
e se capire non sempre è possibile, meglio l'umiltà di non dire nulla.