Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
Nella stanza dove l’ago ha cantato l’ultima ninna nanna
si sentiva un odore di plastica bruciata
e di latte andato a male.
Avevo quattro anni,
le mani ancora troppo piccole per stringere il telefono
quando hanno detto «è successo un incidente».
Non c’era sangue, solo silenzio
e un corpo che sembrava addormentato male
sul pavimento del bagno,
come se la morte fosse inciampata
e non si fosse più rialzata.
Da allora il tuo nome ha un’eco sbagliata
lo pronunciano tutti piano,
come se fossi fatta di vetro
o di colpa.
Cresci con un buco al posto della sua voce.
Non è una ferita, è un taglio, un vuoto
è proprio un foro netto,
dove entrano i rumori del mondo
e escono distorti,
come se qualcuno ti parlasse attraverso un tubo.
A scuola ti chiedono «com’è tua mamma?»
e tu rispondi «è in cielo»,
perché è la bugia più corta
e perché in fondo è vero
è salita troppo in alto,
dentro una siringa,
e non è più scesa.
Le altre mamme profumavano di pane e bucato.
La mia sapeva di disinfettante e di assenza,
anche quando era ancora viva.
Mi stringeva forte, troppo forte,
come già sapesse che dovrà lasciarti andare
e vuole portarsi via un pezzo di te.
Adesso ho trent’anni
e ancora cerco il suo viso
nelle donne che incontro per strada,
nei supermercati,
tra gli scaffali dei detersivi,
come se potesse spuntare
con la spesa in mano
e dirmi «scusa il ritardo, amore».
Invece resta il buco.
Ci infili dentro gli anni,
I fidanzati,
le bottiglie,
le terapie,
le poesie.
Niente lo chiude.
Qualche volta ci canti dentro
e la tua voce torna indietro
come quella di una bambina
che chiama «mamma»
in una casa vuota.
E fa male, sì.
Nel modo giusto.
Perché è l’unica cosa
che mi è rimasta di lei.
Luisanna Grimaldi
Mi scuso per eventuali errori ma è stato difficile
Ringrazio un'autrice che con il suo racconto ha tirato fuori un po' del dolore che mi sono portata qui su Alidi Carta, lei sa.