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Io, restavo zitta
poi per raccogliere i pensieri
andavo su in soffitta
perché in mezzo alla polvere
pesava meno la sconfitta
tu, una lama dritta
affilata da una vita in salita
resa perfetta da una corazza
che è l’unica cosa che ti è riuscita
per paura di non esser capita
noi, punti di vista opposti
tu alla ricerca di conferme
io stanca di cieli neri senza stelle
e canti di sirene
senza pretendere niente
poi, qualcosa di più grande
come quando al tavolo da poker
hai le carte buone ma ne esci in mutande
puntando tutto sull’amore
senza pensarci un istante
mai, avrei creduto non durasse sempre
quello strano stare bene
e non sapere a che appartiene
naturale come il sangue nelle vene
ma se è freddo non conviene
dai, prendiamo cosa resta
tu vai che il mondo ti aspetta
Io resto ancora un po’ sotto la tempesta
a capire se vale la pena
lasciare la porta aperta.