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Così lontana così vicina
Qualche mese prima della morte di mia madre, le tagliai una piccola ciocca di capelli e la conservai in un cassetto. Pensavo che mi avrebbe dato conforto nei giorni della sua assenza. Oggi, dopo tanti anni, non riesco a guardare e a toccare quella ciocca di capelli, m'inorridisce. E' una distanza enorme che mi porta lontano, mi acciuffa per i capelli e mi spara ai confini della galassia. Non riesco a sopportare quella distanza, così vicina.
Tra i vivi e i morti c'è un sentiero di mangrovie, la baldanza della musica, una ciocca di capelli, un errore. Prendere in mano quella ciocca equivarrebbe ad affrontare il boato del Minotauro, affondare profondissimamente nel ghiaccio perenne per poi rotolarsi sulle braci. Quel gesto che all'epoca fu un gesto d'amore, oggi mi fa scivolare nelle paludi dell'incertezza, delle paure, degli incubi.
Posso percepirmi diviso, come una sagoma tagliata da una forbice, sento chi mi è vicino, così lontano da assorbire tutto il respiro, perché gli anni non son altro che secondi ed è in quei secondi, nella loro infinitesima frazione che si annulla una distanza.
«Come vorrei essere per una volta uno di loro! Vedere con i loro occhi, ascoltare con le loro orecchie, e decifrare come vivono il tempo, e subiscono la morte. Come sentono l'amore e percepiscono il mondo. Essere uno di loro, per diventare un più luminoso messaggero di luce in questa epoca buia.» Cassiel a Raphaela nel film "Così lontano così vicino".