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scritto da Carle
Scritto Ieri • Pubblicato 18 ore fa • Revisionato 18 ore fa
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Autore del testo Carle

Testo: 82
di Carle

Rasento al pavimento della O
in anticipo nel sottopasso dell’E Uno
Non mi vedi mendicare il ventuno
Vago in questo mare con il nome di nessuno
trenta quattro remi remano il mio varco 


sento ancora il canto
di un sirena posteggiata sopra un sasso
Giaccio per riposare il corpo, non per altro avanti un altro fosse ancora Polifemo con lo sguardo che affama il suo gregge stanco 


La mia nave è in linea con la linea dell’82
mi chiamano folle e pazzo urlando 22
la vostra lingua scaramantica venera una farsa
Credenza che si regge sopra una credenza rotta

la mia rotta definita nel diurno, nel notturno
sono già arrivato dove sono giunto
Punto per punto conosco il mio posto
Solito sedile ma dallo schienale rotto

si scende per dove si scende
nel buio cosa vuoi che veda la mia lente
non è d’ingrandimento l’occhio inciso dal fendente  l’ho sottratto al grande mostro
Che controlla strada per strada questa gente

Che incide il passo verso il pasto
elemosinando una moneta per comprare un altro  intanto i proci sbirciano dal grande occhio singhiozzano e brindano dall’alto 


Nel mio mondo ognuno è padrone di sé stesso
Ma a voi serve un figurante travestito da santo vedo lo spago che si intreccia in ogni arto vedo la sua voce che è strozzata dal suo cappio 


ehi Argo tra le ceneri del tuo tempo
un po’ riscaldano da questo tempo tremendo
stai gemendo dal freddo come un cane randagio
riscaldato dal respiro del tuo destino malvagio

82 testo di Carle
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