Riecheggia tra le costole un vulcano, un dolore vuoto, acuto , che rimbomba dal basso delle mie viscere. L’ondeggiante sentire si unisce alla massa prevalentemente giovane che marcia evocando : pietà ! pace ! sicurezza ! unione nelle terre vicine e nei mari di cobalto, nel giardino di gelsomini del vicino accanto, nella propria casa, nella culla di ogni infante ed al di là dell’orizzonte dove nasce il sole contemplando vita, madre dai seni ricchi di sapienza, di vitale linfa.
Cammino per le vie senza nome per non dimenticare primordiale senso della vita. Cammino per onorare soffio spento e venerare il coraggio di chi resiste, di chi non si arrende sotto le macerie della guerra dell’uomo immondo, figlio del diavolo.
Piove! piove forte dentro me e l’amore ardimentoso si fa vivo. Si schiera, si annuncia, si presenta.
Piove sui sanpietrini annosi che riflettono le luci giallastre della città e sulle forme vagabonde colte di sorpresa. Sono così emaciati e terrei, esseri semivivi dal catrame accolti ornati di vita perduta, pesante.
Non ho mai visto uno che non sia perso negli inferi e, per loro mormoro preghiere, suppliche di speranza che trascino da anni. Che tutto questo male finisca, ora! per loro, per tutti.
Piove sul rumore che cerco di comprendere, di spiegare, di perdonare. Piove sul traffico che corre, in fretta! dove?! non so! perché non sono nella marcia umana né sono qui presenti a fare da scudo al più debole di noi.
Piove su ogni suono rassodante che ognuno di loro fa, piove sulla loro indifferenza a suon di clacson.
Piove l’anima degli oppressi nella città antica e piovono, ora, missili dal cielo infuocato.
Carestia d’animo testo di Oana