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E il mar risponde...
Siede il pensier sull’onda
che s’infrange,
e in sé ritorna,
come il mar, la mente.
Strano è il suo moto:
reca e poi disperde
frammenti d’or,
immagini d’incanto.
Sul lido il sol declina
e il giorno muore;
il ciel s’arrossa
e il tempo si fa lento.
Là, tra ricordi e oblii,
sospeso il core
oscilla in sé,
tremante e sonnolento.
Non può l’umano
accumular la vita,
ché troppo grava
il peso del passato;
né può scordar del tutto,
ché svanita
la rimembranza,
il cor resta velato.
Ricordar è calar
nel proprio petto,
trarne una stilla
d’antiche emozioni,
come dal pozzo
un secchio che, riflesso,
porta con sé
memorie e sensazioni.
E il mar risponde,
placido e profondo:
— Così dell’uom
l’alterna sorte è mia:
io cedo e torno,
e in questo eterno fondo
s’annida il vero amor,
l’ombra e l’armonia.
Stefania,
06 novembre 2025