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Ti voglio scegliere
vassoio di coppe
ne conto otto
ripiene di sangue
o forse vino scuro
quello che Ulisse vide
schiantato tra le onde
dalla furia di Poseidone
le vedo ben allineate
in quadrati algebrici
o terzetti e coppie
tante fronde, fiori e oro
una specie di paradiso
per i convinti equilibristi
E là, come ora io mi sento
l’eremita che si innalza
va verso il remoto
le erte salite e il blu della notte
per compagni luna e bastone
Lo seguo con gli occhi
ancora si vede il suo sangue
che gli copre tutto il corpo
si riflette nell’acqua immota
e sorride, lo so, da quel passo
lento e sicuro, di chi sa
ancora dove non andrà.
