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Il vuoto dentro
Sentirsi vuoti ha anche i suoi lati positivi. Non ci si sente in dovere di dare o fare nulla tranne mangiare e respirare: niente affetto, niente surrogati di poesie, niente ciance con la gente, niente gesti di generosità. Di contro, neanche un diritto. Nessun diritto all'amore o diritto di voto, neanche diritto al lavoro. Vuoti. V'è mai capitato di non sentirvi dentro che i vostri organi spenti? Osservare il tutto sfilarvi davanti, i bambini giocare felici, i vecchi arrancare, i logorroici parlare. Non la chiamerei depressione ma un modus vivendi, di quelli che da giovani ci sembra d'esser diversi, fuori contesto.
Tollerarsi appena, quel tanto che basta da non buttarsi sotto un treno, sentirsi bellocci e teneri, infantili e progressisti, ma vuoti. In cerca dell'amore, del successo e del denaro ma vuoti e quasi egoisti. Al punto da inorridire al pensiero della donazione degli organi o all'idea di partecipare a una serata full karaoke. Tutta colpa del vuoto che mi porto dentro, vorrei trovarci almeno il senso dei miei attimi ma è solo un vuoto inquieto e colorato: verdastro, rossiccio, ultraviolaceo.