Quel canto del Poeta mio profeta

scritto da Sisifo Gioioso
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Rielaborazione in endecasillabi e ottonari a rime casuali del mio “Altrove spirava il mio vento”. Un ricordo del luogo che aveva ispirato S. Quasimodo in “Vento a Tindari”, di cui riecheggio molti passaggi. Rimando pure alla mia Nota Autore di allora
- Nota dell'autore Sisifo Gioioso

Testo: Quel canto del Poeta mio profeta
di Sisifo Gioioso

Mite Tindari a lungo vagheggiata,
mio poetico mito sin dagli anni
di sofferta adolescenza,
a te giungo senz’affanni
con sommessa riverenza,
accompagnato da lieve brigata
onda nell’aria di suoni ed amore,
che s’allontana in calante fervore.

Aerëi vertici precipizi,
assorto al vento dei pini 
tra pensieri che un dì m’eran fittizi 
mentre m’assali e in cuore mio t’inchini,
coglier non so, né gioia nel tuo grembo
in questo del passato arcano lembo
che spinge fuor dall’anima i confini,
né so coglier nostalgico vissuto
d’ogni amore schermo alla tristezza
come a me pur accaduto
negli anni tristi della giovinezza,
ma colgo quest’intensa tua bellezza 
fra larghi colli pensile sull’acque,
anche se di me spira solo brezza 
da quando il mio impetuoso vento tacque,
ed è sapido rompere il mio pane
d’una vita alla qual poco rimane.

Non è ciò che davvero sta d’attorno
ma è solo il nostro modo di sentire,
e sillabe segrete in cuor nutrire, 
come un eterno ritorno 
a ciò che sta nell’anima sepolto,
a ciò che nessun può restituire
tranne un poeta a chi gli presta ascolto.

(Sisifo Gioioso, 10.10.2024)

Quel canto del Poeta mio profeta testo di Sisifo Gioioso
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