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Oltre il dolore
Oltre il dolore, mi torturo,
attendo vano
il suo sesso che non profuma
né giace,
taluni appetiti infonde
nelle lacrime
d’ogni vergine uomo.
Ma non senti,
tu triste stagno pallido,
opaca vetreria,
specchi di vernice su noi,
il peso del segno?
Cibarmi di lei,
sessualmente desiderio,
onanismo notturno,
come puberale,
sinonimo di crescita,
o regressione…
è unico!
Oltre il dolore,
vengo;
nel cotone profumato di lavanda
al tuo segno vengo
e piango, dopo,
di vergogna.
M.M. 13/07/2001