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(Una storia ambientata In un'altra vita, al tempo della prima guerra mondiale)
Greta i soldati e io
Greta accarezza il cane e io guardo
la strada bagnata,
poi vedo i suoi occhi sorridere
a un gesto di luna,
Greta è la mia fortuna.
I soldati bevono birra e ridono
alle stelle,
Greta li ama come fratelli
che vanno alla guerra,
e io sorseggio acqua e passione
guardando le sue trecce
biondo cenere.
In fondo non importa
che i tuoi santi stiano dormendo,
si sveglierà la speranza
la luce dei tuoi giovani anni...
Greta cara che stringi intorno
ai fianchi il filo d'un aquilone.
E io ti dedico i miei anni, figlia
della terra
e dei fiori di primavera.
I soldati ora cantano e tu danzi
le loro armonie,
salti sulle tavole dei maschi eccitati,
ma tu li ami come cugini
che fanno baldoria
e io ti guardo ballare,
figlia del sole e dei sassi, madre
di un gesto di eterna pazienza.
Io chiedo il tuo cuore
le tue labbra,
e tu mi rispondi sincera
con un sorriso: "io ti voglio bene
di carezze e simmetria, ma qui
lo scrivo e qui lo dico: tu per
me sei solo amico".
Fuori si sentono cannonate e
granate, una mi ha colpito il cuore
lo ha frantumato.
I soldati chiedono pace e Greta
da un po' d'allegria,
io aspetto che le cresca il seno
e chissà se potrò un giorno
baciarlo, e io spero, spero d'amarlo.