Parallelismi

scritto da Marta Paolantonio
Scritto 8 mesi fa • Pubblicato 8 mesi fa • Revisionato 8 mesi fa
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Autore del testo Marta Paolantonio

Testo: Parallelismi
di Marta Paolantonio

Quel giorno Sara e Francesca dovevano seguire una lezione di filosofia contemporanea nella sala del cinema Excelsior, un posto dove non erano mai state prima. Chiedendo indicazioni ad un signore composto ed educato (Sara disse che doveva per forza essere un insegnante) raggiunsero il piccolo edificio. Era stretto fra due enormi blocchi di cemento; le scritte a spray avevano completamente coperto la facciata e, sopra alla piccola porta d’entrata, era fissata una vecchia scritta in corsivo rossa: “Excelsior”.

Furono le prime ad arrivare. Entrarono, si guardarono intorno un pò curiose; tutto era avvolto dalla penombra, poca luce entrava dalle piccole e antiche finestre di quel cinema che sembrava abbandonato. Di fronte a loro si trovava un pesante tendaggio rosso, capirono subito che quella doveva essere l’entrata della sala mentre sulla destra si arrampicava fino al piano superiore una scala di pietra. Sui muri si trovavano appese locandine di vecchi film italiani e stranieri: Sara penso? che tra quelli ne conosceva solo uno.

Dalla loro destra proveniva la voce confusa di una stazione radio locale. Un signore molto anziano se ne stava seduto ricurvo dietro al bancone, e appena incrociò i loro sguardi le salutò con un sorriso sincero e dolce, tanto che anche loro non poterono far altro che sorridere quasi commosse. Nella loro testa balenarono molte domande diverse: “Chi è questo uomo? Quanti ragazzi vede al giorno e quali pensieri gli affiorano nella mente quando li vede entrare confusi e nel pieno della loro vita?”

Aspettarono qualche minuto, la sala era ancora occupata. Andarono veloci in bagno e fumarono una sigaretta. Fu in quel momento che Sara notò la presenza di una ragazza del loro corso, l’aveva già vista più volte in aula. Aveva i capelli biondo cenere, gli occhi tondi e di un azzurro molto chiaro. La ragazza guardò Sara sorridendo.

Finirono di fumare. L’aula piano iniziò a liberarsi; una trentina di studenti uscirono dal cinema, alcuni assorti nei loro pensieri, altri in piccoli gruppi parlavano della lezione appena trascorsa.
Sara e Francesca sgattaiolarono dentro, erano stanche e volevano solo sedersi e aspettare il professore.

L’interno del cinema era molto vecchio; i pavimenti in linoleum erano scollati in molti punti e le poltrone rosse erano strappate e rovinate.
Si guardarono attorno meravigliate, fino a che Sara non vide la ragazza di prima. Se ne stava con un quaderno e una penna in mano e, con la testa tra le pagine, scriveva. Forse l’inchiostro della sua penna scriveva anche di lei.

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