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Mi siedo, pronto per suonare
quelle note malinconiche che
mi ricordano te – stella mia.
Quante cose vorrei dirti, quante
ne vorrei fare ma non posso,
perché il tempo infame ti ha
portata via da me…
“Senza di te”, ricordo quando la scrissi,
ma nulla è paragonabile a te,
stella mia, ovunque tu sia…
Mi piace immaginarti su quella
discesa, dove gli alberi da frutto ti
ombreggiavano, dove tu eri tu e
io non ero io.
Stella, vorrei donarti il male così
da non viverlo mai, vorrei donarti
il mare così da navigare nei tuoi
pensieri, magari ricordandoti di me.
Tu sei la mia felicità e sei la stessa che
guardo alzando la testa al cielo
– in quei giorni in cui anche le nuvole
hanno un peso.
Stella mia – la mia felicità si è perduta,
quella volta in cui decisi di esser quello
che sono…
Rimarrò qui a suonare per te.