Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
C’era una volta un uomo di nome Michael, che amava passeggiare per le strade della sua città. Ogni giorno, indossava le sue scarpe da corsa, infilava le mani nelle tasche del cappotto e si lasciava trascinare dai pensieri. Camminare per lui era più di un semplice esercizio fisico; era un modo per evadere dalla frenesia quotidiana, per ricollegarsi ai frammenti di una vita che talvolta sembravano sfuggirgli.
Michael passeggiava per riflettere e pensare, abbracciando i ricordi della sua famiglia. La moglie, i figli, tutti i momenti condivisi; una risata, un abbraccio, una dolce parola sussurrata. Ma dentro di sé, portava il peso di molte paure. Temendo di deludere, di perdere, di non essere all’altezza delle aspettative. Ogni passo diventava, quindi, una forma di terapia, una meditazione tra le ombre delle sue ansie.
Mentre camminava, la mente di Michael vagava lontano, immaginando scenari di felicità e successi. Si vedeva seduto sulla sabbia ad osservare i suoi bambini che giocavano, a raccogliere conchiglie e a costruire castelli. Ma c'era sempre un velo di tristezza, un pensiero invadente riguardo a quello che avrebbe potuto accadere. La vita era fragile e incerta, e ogni passo lo avvicinava a un futuro sconosciuto.
Parallelamente, c'era un’altra persona, Kristen, che si trovava al termine della sua vita. La sua pelle era segnata dal tempo, e il suo corpo, un tempo vivace, ora era stanco e malandato. Spesso, ripensava ai giorni in cui camminare per la spiaggia era un piacere, un rito sacro dove il sole e il mare si fondevano in un abbraccio dorato. La vista del tramonto era un tripudio di colori, un’opera d’arte che celebrate la vita. Ma ora, per Kristen, quel sole che calava rappresentava il segno della fine, non di un nuovo giorno.
Un giorno, mentre rifletteva sulle sue memorie, Giulia decise di uscire. Con passo incerto, cercò di ripercorrere i sentieri che l'avevano vista felice. Ma all'improvviso, si accasciò a terra ed esalò l'ultimo respiro.
Dall’altra parte della città, Michael continuava a passeggiare, perdendosi nei suoi pensieri inquieti. All’improvviso, sentì una strana sensazione, un male al ginocchio gli impedì di andare avanti.
Si fermò e guardò l’orizzonte. Il mondo attorno a lui cambiava.
E così, nei pochi istanti che seguirono,
Michael tornò a casa.
Giunse a comprendere che la vita è un cammino imprevedibile, dove la paura e la bellezza si intrecciano, e l’amore resta l’unico faro in questa traversata effimera e che siamo solo atomi nella stessa orbita, uno muore e l'altro sente un po' di dolore.