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Esiste una terra, in fondo alle altre terre, raggiungerla a volte non basta una vita.
È fatta di forze misteriose, d'istinto, di contatto, di attrazione, di pulsioni, seduzioni, trasparenze e potenze carnali, follie metafisiche che la rendono invisibile, si mescolano a sangue, uno schiocco, a un lampo, una particella biologica, capace di generare vita.
Quella terra, c'è chi la chiama Donna.
C'è un istmo che collega quella terra a un'altra terra, che appare e scompare, non tutti la vedono, non è visibile e non basta una vita a raggiungerla, è una terra di confine, di combattimenti estenuanti, di terribili scontri, di violenza e sofferenza.
Quella terra, c'é chi la chiama Amore.
Raggiungere queste terre potrebbe essere lo scopo di un qualsiasi o forse di tutti i navigatori di questo strano, incoerente e inconsapevole mondo.
Il viaggio potrebbe essere lungo e complesso, toccarle potrebbe essere un'esperienza sconvolgente e scriverne è un atto che implica una delicata e attenta riflessione. Ci sono stati poeti che hanno perso il lume della ragione, inseguendole.
Queste terre hanno un potere, come dicevo, appaiono e scompaiono, e, di nuovo, a volte, bisogna andarci cauti con le parole.
Se scompaiono, potrebbero non apparire più.
Dal diario di bordo di Mary Read
Verso la baia di Yokohama, addì, 10 Settembre 2025