Corpo

scritto da Emma.
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Autore del testo Emma.
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Malattia cronica, dolore, introspezione.
- Nota dell'autore Emma.

Testo: Corpo
di Emma.

2020
Lettera al mio corpo.
Non so
se mi perdonerai
per tutto ciò che ti feci,
che in tempi non molto remoti
ti feci rimettere sangue a litri
Ora che ti chiudi
io non voglio sentire
che tu ora limiti l'odio
che provo;
Non so
per quale ingiusto motivo
in tempi molto remoti
ti odiai,
finché il disprezzo
che cresce e mi invade
mi acceca,
finché in certi momenti
non so chi sei
e noi non ci appartenemmo mai
ma tutto questo ha un prezzo,
lo sai.
In tempi futuri
io volgerò lo sguardo
a tutto ciò che ti feci,
che in tempi non molto remoti
ti feci rimettere sangue a litri,
ti ho fatto sentire il calore
di una sigaretta
fumata troppo in fretta
ma tu non fosti più clemente.
Forse la nostra
è una storia di vendetta,
ma non fu mia la colpa,
d'altronde mi è stato insegnato
a forza di sputi
che forse lo meritavi,
che quel sangue era sporco
E io dovevo liberare il mondo
dal frutto dell' essere immondo
che sei.
Schifo
ciò che provai guardandoti in viso e
e sì che ti vendicasti,
mettendo dolore in ogni respiro
versando veleno nei giorni
che io avrei dovuto passare
passiva
attendendo la quiete.
Ogni scintilla io mi brucio
e ora che guardo lontano
non vedo che fiamme
e forse quel sangue serviva
a liberarmi
di te
per un po'.

2021
Sei mesi dopo .
Ora che mi hai perdonata
ti guardo con sguardo pentito,
sei un animale ferito
e ora che sei chiuso,
guarito,
non ti fiderai più di me.
Scusa;
ma ora lo so,
tu meriti più di questo,
sono stata un pessimo inquilino
e lo so
che noi siamo un tutt'uno,
ma non pretendere troppo,
non mi somigli,
sei solo un corpo,
un involucro che non mi appartiene
Volevo tagliarti le vene...
Hai ragione e lo so,
mi dispiace di averti tagliato,
ferito,
bruciato.
Ma non parliamo solo di me
Tu che dici piuttosto?
Ti penti di ciò che hai fatto?
Avevo undici anni,
tante scalate davanti
ancora da completare...
Forse è colpa tua
Se io ti ho fatto del male.
Non sei stato giusto,
ero una bambina,
avevo paura,
tu mi piantasti chiodi
In ogni giuntura.
Ero una bambola arrugginita.
Mi hai rubato la vita
felice che mi meritavo.
Grazie, corpo, grazie davvero,
sono più forte e infelice,
sul cuore qualche cicatrice,
quindi non lamentarti
se ho avuto botte da darti,
perché ho imparato a trattare
con coerenza chi mi fa del male.
Ti ho odiato forte,
volevo portarti la morte,
ma forse è arrivato il momento
di superare questi conflitti
e tutto il male che ci siamo inflitti.
Ti dedico ogni poesia.

2024
Tre anni dopo.
Eccomi
Sono di nuovo io,
perdona il mio scrivere,
mi mancavi.
Vorrei non averti incontrato mai.
Io lontana non ti so stare,
più me ne vado più devo tornare.
"Certi 'odi' non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano"
Ma credevo di avere vinto.
Stupida.
Mi sono convinta,
per poco,
di aver guadagnato la vita,
che per anni ho atteso.
Ho aspettato e ho appeso
la gioia ad un filo
sospeso nel cielo,
per poterla cogliere,
in periodi migliori.
Ho piantato la speranza,
annaffiandola ogni giorno,
ma in realtà l'ho sepolta,
piangendo sulla lapide
di chi ero prima,
e di chi non sarò mai.
Ma ci ho creduto e io,
giuro,
che per un secondo,
forse di troppo,
ti ho visto avere pietà.
Dimenticavo che noi,
vicini,
non lo siamo stati mai,
come paesi sempre in guerra,
come soldati senza tregua.
Mai abbassare la guardia.
E ogni giorno ti odio ancora,
ogni giorno ho più paura.
La nostra è vendetta
nella sua forma più vera.
Forse sono severa
ma di te non voglio fidarmi,
hai troppo male da farmi.
Muoio ogni ora di più.
Nel dolore
ci ritroveremo sempre
Io e te,
Io e te,
Il mio corpo e me.
Corpo testo di Emma.
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