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Avevo scolpito il gelo sulle labbra,
giorni d’inverno mi abitavano le vene,
e in silenzi duri come lastre d’alabastro
avevo rinchiuso il canto del mio cuore.
Camminavo severa, statua tra le statue,
senza più tremiti, senza più desiderio,
una maschera di ferro e di quiete,
come chi si arrende al regno dell’assenza.
Poi, come un sasso gettato nell’acqua,
un amico pronunciò il suo nome,
e il mio gelo si ruppe in mille frantumi,
e la mia calma divenne improvviso temporale.
Un’ondata mi travolse l’anima:
prima tristezza, pesante come piombo,
poi speranza, febbre che rode le ossa,
poi rabbia, urlo che brucia le viscere.
La freddezza, lavorata con tanta pazienza,
crollò come un muro di sabbia al vento;
ritornò la memoria, ritornò il dolore,
ritornò il volto che avevo giurato di scordare.
E mi accorsi, con pugno serrato,
che lui, altrove, rideva tranquillo,
indifferente, leggero, spensierato,
mentre io cadevo ancora nell’abisso.
È questo il tormento più feroce:
sapere che un cuore non batte più per me,
che la mia tempesta non scuote la sua quiete,
che io mi consumo, e lui nemmeno sa.
Allora mi dissi:
“Io voglio il gelo, voglio non sentire,
che il cuore diventi pietra,
che nessuno possa più spezzarlo, mai più ardere.”
Ma la mia voce tremava nel silenzio,
e sapevo che era menzogna,
perché dietro la maschera e il freddo,
il mio cuore bruciava ancora di desiderio.
No, io non voglio il gelo.
Io voglio l’amore.
Lo voglio smisurato, febbrile, totale,
un cuore più grande che accolga il mio,
un fuoco che non mi lasci in cenere.
Io voglio dare il mio cuore intero,
e riceverne uno ancora più vasto;
voglio che la mia sete non sia inganno,
che il mio abbraccio trovi un altro abbraccio.
Ma la verità pesa come ferro:
adesso devo difendermi, chiudermi,
portare il gelo come scudo e veste,
fingere distanza per salvare la fiamma.
Così camminerò, con volto severo,
tra le ombre del mondo, senza donarmi,
e nel segreto del mio cuore ardente
custodirò il sogno d’un amore smisurato.
Per ora, soltanto il gelo mi protegge,
per ora, soltanto il silenzio mi salva.