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Ninfetta dall’amor abbandonata,
piangere dogliosa vidi un dì;
poi che s’avvide che l’avea mirata
del suo patire a dir prese così:
«Ritorno spesso in questa pace ombrosa,
che colse, allor, la mia felicità
e nella quale, ancor, mi celo ascosa,
a pianger solitaria la beltà
del vago amor vezzoso, che m’avvolse,
ma male il mio sentir contraccambiò,
pel qual già l’alma mia tanto si dolse,
poi che, con crudeltà, m’abbandonò.» .
E, sì dicendo, fra le mani prese
il viso bel , chiedendosi perché
un falso dardo a lei l'Amore tese,
un fio crudel la Parca a lei tessé.
Questo mi disse ed, indi, mosse ‘l piede,
per pianger solitaria amor che fu;
mentr’io moveva a la sua erma sede,
disparve al guardo e non la vidi più …