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Lo so
per te sono stato
un amaro tremore di luce
che rimane immobile sulla via delle palpebre
anche dopo il vascello del crepuscolo
e se ti ricorderai di me
gettando nel fosso il tributo del tuono
fallo con il volto fiero
di chi è riuscita a fuggire
con il sorriso colto dalle labbra dei fiori
nel verde dei minuti che frammentano la vita
ritta come un fusto di betulla
quello che ho cercato inutilmente
di piegare
Perciò
prendi il respiro di un linguaggio che sogna
afferra il dolore che ti ho fatto
e fanne un falò di sponde profonde
per tornare a riscaldare
i ghiaccioli dei tuoi desideri
in quell’amore che non ho saputo darti
come avresti voluto
con i miei abbracci dai guanti di buio
sempre dietro la sponda di una favola perduta
e le mie mani camuffate dove non cresce l’erba
sporche di promesse vuote
E credici ancora, ti prego
al grembo di un nuovo sguardo
all’annuncio di un torpore, un valzer di sospiri, un bacio
al vento che ulula nella bocca del risveglio
come una particella di luce che ti scorre tra i capelli
che faccia improvvisamente implodere i battiti
e perdere il sale delle lacrime
E quando farai l’amore
fallo come si deve
che ti sarai scordata
di farlo anche solo
con una carezza