Caro Dio... Giorno 18. - Un D'io sconosciuto?

scritto da Christian B.
Scritto 10 giorni fa • Pubblicato 10 giorni fa • Revisionato 10 giorni fa
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Immagine di Christian B.
Autore del testo Christian B.
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Un diario quotidiano, un dialogo interiore e introspettivo, rivolto al mio Dio.
- Nota dell'autore Christian B.

Testo: Caro Dio... Giorno 18. - Un D'io sconosciuto?
di Christian B.


Caro Dio,

in una società così iperveloce, dove la riflessione interiore non trova spazio, la tranquillità che mi regali in alcuni momenti che riesco a ritagliarmi, mi salvano nel mio più profondo introspettivo animo umano.

Il mondo bussa alla porta quotidianamente, in un susseguirsi di cose da fare, che mortificano quell'empatia che mi serve invece per riuscire a parlare con Te.

Contrastare una frenetica routine, diventa un'indispensabile azione di sopravvivenza volta a rimane centrato in quel Tutto che mi aiuta a dare un senso alla vita.

In un gesto continuo di una Volontà che sembra sempre di più una preghiera, mi sforzo per non permettere a nulla di tentarmi e di allontanarmi da Te.

Ti penso alla prima sveglia della giornata, rivolgendomi a Te con una prima intenzione, per poi continuare a cercarTi in ogni azione nel quotidiano, fortificandomi nell'ossevare la Tua presenza, in ogni cosa che accade.

Mi addormento, dopo un tempo che è volato veloce, in un riposo accompagnato da una lode che Ti rivolgo, per sperare di poterTi parlare anche in un possibile sogno, che però non riesco purtroppo mai a ricordare.

La necessità di una contemplazione chi Ti rivolgo, è come l'ossigeno dell'aria che respiriamo, indispensabile ad una vita, che senza di Te, diventa essenzialmente animale.

Trovo, cercandoTi, la Via di una strada che mi conduce altrove, in un luogo che non conosco, e che diventa nuovo ogni volta, ma che voglio percorrere ancora, in una preghiera che mi direziona là dove Tu vuoi condurmi.

Un posto che mi fa stare bene, ma non nel senso materiale del termine, piuttosto come una sorta di esperienza, ma tangibile e reale, che mi fa camminare sicuro là dove certezza non c'è. 

In un susseguirsi delle giornate, dove le regole dovrebbero aiutarmi in una civile e serena convivenza, diventano invece un insensato aggregato di una opprimente burocrazia, che porta ad uno spersonale irrigidimento, che tenta di chiudere ogni canale di comunicazione che avevo aperto con Te.

Uno scontro giornaliero contro quel qualcosa che mi vuole freddo e distaccato, cinico e arrogante, come se un'indole primordiale carnale fosse in realtà rivolta sempre contro di Te, alla ricerca di un compiacimento orgoglioso fine a se stesso, quasi diabolico.

Con l'orologio che scandisce ogni attimo della giornata, tento di concentrare i miei sforzi per dare un senso ad un tempo che scorre troppo veloce, e che sempre più spesso mi appare come una gabbia che vuole tarparmi le ali, per impedirmi di volare là dove invece il tempo non conta. 

Momenti trascendentali che si arricchiscono di una sublime spiritualità, che trasformano quell'inesorabile scorrere di un tempo letale, in un divino intercalare di emozioni e sensazioni che so essermi state donati da Te.

Le distrazioni di un pensiero che vuole rimanere puro, sono il peggior ostacolo ad una preghiera vissuta, che diventano, ancora una volta, quell'agonia voluta da una debole mente, che vuole sostituirTi con qualcosa di futile.

Il pensiero, che altro non è che una divina elevazione di una semplice mente, diventa la mia indispensabile arma per rimanerTi incollato, in un susseguirsi di istanti che mi dipingono infiniti e svariati futuri. 

Dandomi quella parvenza, e spesso quell'evidenza, di poter gestire e creare quello che mi circonda.

E mi accorgo che accade, sempre più spesso, proprio come in una materializzazione di un tutto, in una sorta di volontà generatice, che come in una realtà anelata, trasforma un futuro desiderato in un qualcosa che diventa e rimane reale e percettibile soltanto con Te.

In un mondo dove c'è sempre qualcuno che vuole dirmi cosa fare e cosa pensare, creandomi una sorta di esistenza su misura e conforme ad un progetto che non mi appartiene, mi divincolo e sfuggo da quella gabbia mentale, per andare là dove di restrizioni non ce ne sono.

Là dove so di poterTi trovare, in quel profondo ed intimo io, che mi uniforma in un connubio ancestrale, dove l'unica verità possibile, diventa realtà che posso toccare con mano.

AbbracciandoTi in una vita che assume un imprescindibile significato diverso, se accettata come una inevitabile fusione tra la nostra essenza spirituale e divina, con una materialità umana di una realtà che ci ospita qui nel presente.

E così Tu diventi quel D'io che non conoscevo, ma che ora pervadi in quel Tutto che mi costituisce, rendendomi così come sono, in quell'umile resa ad una Tua Volontà che mi istruisce e mi ispira ad una vita che non può più rimanere lontana da Te.

Sempre tuoChristian

Caro Dio... Giorno 18. - Un D'io sconosciuto? testo di Christian B.
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