Porsi le domande giuste

scritto da Words Of Impact
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Testo: Porsi le domande giuste
di Words Of Impact

“Sarai mica femminista tu?”

Mi si congela di punto in bianco la riposta pronta e interviene la logica a tirare le redini.
Rispondo: “Se domani le donne sparissero dal mondo tu cosa faresti?”

Non lascio veramente a Lui tempo di rispondere a sua volta, rispondo io.
“Qualche anno fa hanno fatto un sondaggio pubblico ponendo la stessa domanda alle donne. La maggior parte di loro ha dato un paio di risposte simili tra loro. Io mentre attendevo di conoscerle ho pensato questo:
ho pensato che vorrei tornare dal centro della mia città a casa mia la sera tardi, a piedi. Che vorrei farlo con i tacchi anche se fanno male. Che vorrei farlo con le cuffie, tutte e due, con la musica accesa e a massimo volume.

Io che faccio il vostro lavoro, che ho la mia casa, la mia macchina, che vivo nella vostra città e magari guadagno più di alcuni di voi, d’istinto, tra tutto ciò a cui avrei potuto pensare, penso a questo.                                                                                  
Perchè io in quella situazione, pur con il carattere forte che possiedo, ho paura.

Di essere attaccata ad un muro e stuprata. Magari stuprata e poi uccisa.

Nel 2025 in Italia in una città ricca di gente ricca e di gente perbene.

E come me moltissime di loro donne che hanno risposto a quel sondaggio, pur potendo dare qualsiasi risposta hanno detto questo. Sembra quasi di raccontare le paure per noi estemporanee di uomini/donne in zone di guerra vero? Invece parliamo di tornare a casa dopo una serata in centro.

E sono consapevole del fatto che né capite, né se capite pesate come si dovrebbe pesare quello che sto dicendo. Ho letto di una nota scrittrice che ha preso parte ad un’esperienza particolare. L’hanno travestita da uomo, costumi di fattura verosimile e le hanno chiesto di andare in quei luoghi in cui da donna non sarebbe mai andata. E’ passata la sera sotto un cavalcavia.                                                                                 

Il modo in cui è stata ignorata da tutti era per lei impensabile a priori. Ma voi vi sentite davvero così?

Meravigliosamente ignorati.

Per questo dico non avete idea di come sia, non potete averne idea. Abbiamo due percezioni del mondo che non collimano: non solo non sapreste soppesare la mia paura, dubitereste che esista.

Che cosa  vuol dire quindi essere femminista? Vuol dire alzarsi sopra tutto e tutti per combattere come fossimo uomini/donne in zona di guerra? Per quanto giusto questo sia non è mi appartiene. 

Non mi ritengo migliore, mi ritengo semplicemente pari.
E devo sapere di non esserlo, la società in cui vivo non mi percepisce pari a un uomo è inutile prenderci in giro. Quindi non lo sono. Perché la realtà che vive Lui e quella che vivo io sono diverse, è diverso il modo in cui ci è dato rispondere a questa realtà ed è quindi diverso in modo in cui essa ci plasma. Perchè non siamo esseri immutabili portati a sfiorare algidamente le sovrastrutture del mondo, la realtà ci plasma come una madre.
Magari esisterà una realtà fra non so quanto tempo in cui saremo davvero pari, io lo spero.

Non penso che serva realmente andare nelle piazze, indossare magliette e bandiere, fare macello. O meglio contribuisce, ma se dovessi scommettere su di un’unica soluzione vincente partirei dalla nostra infanzia e dai genitori.

Simone de Beauvoir parlando di sé e delle donne diceva “Donne non si nasce, si diventa”. Noi non nasciamo impaurite, impariamo la paura.

Tu che hai un figlio insegnagli che io ho stessa facoltà di pagare una cena che ha lui, che chiedere scusa solo quando dice parolacce davanti a me è solo ridicolo, che se sono uscita scollata forse ho solo preso la prima maglia dal mucchio, che essere la prima a prendere il caffè o ad uscire da una porta non rende più soddisfacente la mia vita, che stare al tuo posto non significa stare al proprio posto, che la lunga mancanza di libertà e autodeterminazione è come una profonda frattura: una volta che l’osso è saldato tu in fondo sai di poter camminare di nuovo ma non sai più farlo, devi cadere urlare imparare di nuovo a metterti in piedi.                            

Voi invece che avete figlie insegnate loro a cambiare una lampadina, a riconoscere il fischio di pastiglie usurate, a guadagnare i soldi, a usare i soldi, a diventare donne prima di volere uomini accanto, a stare da sole, a sedersi a gambe larghe sulle sedie, a stare in piedi con le spalle dritte e le mani in tasca, a dare risposte tanto quanto a farsi domande, a fare a cazzotti e a farlo bene perché oggi questo serve molto più a noi che a voi.                                                                                                                                                       

E magari fra qualche hanno le vostre figlie torneranno a casa con la musica nelle cuffie e ad alto volume, con i tacchi perché poter correre nell’eventualità non serve. Perché preoccuparsi di morire o finire offese per la vita mentre tornano a casa da una serata in centro perché donne è semplicemente assurdo.

Quindi se sperare in queste cose e dirti queste cose mi etichetta come femminista, allora io lo sono.

Nel momento in cui condividiamo uno spazio e metti in gabbia me, stai tirando su recinzioni che in modo speculare mettono in gabbia anche te. A me da fastidio essere trattata “da donna” nei modi e limiti entro cui a te da fastidio essere trattato “da uomo”.

La verità è che penso che avere donne che vanno nelle piazze a fare casino per la causa, da donna, sia abbastanza inutile alla fine dei conti.
Ciò che penso che sia utile è che mentre tu ti chiedi adesso se sono o non sono femminista
(1) ti chiedi tu uomo cosa faresti se le donne domani non ci fossero più, che risposta daresti?
(2) ti poni il dubbio. Per un momento. Ti poni il dubbio per un momento di aver sottovalutato la causa per cui questo manipolo di esaltate indossa magliette e bandiere, e scende nelle piazze.

Solo ponendoti il dubbio hai già fatto tu tutta la differenza del mondo.
E a me essere femminista non serve più.

Porsi le domande giuste testo di Words Of Impact
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