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Un amore stranamente meraviglioso
Di Ikigai._98 (Michela Cescato)
15 capitolo
Dopo circa un’ora di moto, arrivarono a destinazione. Esmeralda perplessa chiese: “Ma perché siamo venuti a fare colazione a Treviso?” “Perché c’è un locale specializzato in brunch e colazioni molto particolari, e ho pensato che ti facesse piacere andarci” “Che dolce che sei Andrew”. A quelle parole, Andrew rimase compiaciuto e un po’ imbarazzo per l’emozione. “Bene, andiamo Esme”. Fecero una piccola passeggiata tra le vie storiche della città trevigiana. Ogni tanto, Esmeralda adocchiava una vetrina di qualche negozio d’abbigliamento. Andrew vedendola presa dai quei bei vestiti che stava ammirando da qualche minuto, decise di accontentarla a fare un giro. Entrarono dentro su un negozio low-cost , ma con qualche abiti particolari che avevano tirato l’attenzione di Esmeralda. “Lo so non sono niente di che come qualità ecc., ma lo stile mi piace molto” disse Esmeralda. Andrew rispose: “Non è ciò che indossi che ti fa essere ciò che sei, ma come ti poni”. Esmeralda rimase sorpresa ma anche compiaciuta dalla frase di Andrew. D’altronde al giorno d’oggi conta molto l’immagine, purtroppo. Esmeralda addocciò un abito semplice ma particolare. Era un abito lineare lungo blu notte in viscosa con la schiena scoperta fino alla zona lombare e un’apertura a forma di goccia nel davanti. Andrew quando vide che Esmeralda continuava a girarlo e rigirarlo le disse: “Dai provatelo. Vediamo come ti sta”. “No dai sto facendo perdere troppo tempo a tutti e due. Dobbiamo andare a fare colazione prima che arrivi ora di pranzo senza che nemmeno ce ne accorgiamo”. “Provalo voglio vedere come ti sta. Anche se so già che ti starà d’incanto”. Esmeralda ricominciò per l’ennesima volta ad arrossire e se ne andò in camerino ad indossare l’abito. In camerino, cominciò a diventare un po’ nervosa. “Cavolo e se non mi va bene il vestito che figura farò con lui?”. Rimase lì per qualche minuto. Andrew cominciò a preoccuparsi e chiese: “Tutto ok?” “Si si grazie. Ora esco”, dopo poco uscì. Andrew la guardò come se avesse visto una dea greca uscire da quel misero camerino che non le rendeva giustizia alla sua bellezza. Esmeralda lo guardò, si mise il ciuffo di capelli dietro l’orecchio e chiese: “Ti piace?”. “La frase più corretta è che mi piaci. Mi piaci molto. L’abito è solo un ornamento per esaltare meglio la tua bellezza”. Esmeralda cominciò a tremare dalla gioia e dall’imbarazzo dopo aver sentito quelle parole. Andrew le prese la testa e le baciò la fronte dicendole: “Dai rimettiti su le tue cose che andiamo a fare colazione”. Esmeralda ritornò in camerino, si rivestì, uscì e cominciò ad andare a riporre l’abito nel ripiano dove l’aveva preso. Andrew la fermò dicendole: “Tranquilla ci penso io a rimetterlo apposto”. Lei glielo diede, ma lui anziché andare sullo scaffale, andò alla cassa per comprarlo. “Ma Andrew cosa fai? Perché?” “Posso regalarti un abito che ti sta magnificamente e che ti piace?” “Ma non ho l’occasione di indossarlo. Sono soldi sprecati”. “Invece lo indosserai proprio stasera per venire a cena con me. Sempre se ti va ovviamente, nessun obbligo ci mancherebbe”. Esmeralda super contenta rispose di sì. Egli pagò l’abito, uscirono dirigendosi a fare colazione. Arrivarono al locale prescelto da Andrew. Era un locale molto diverso dal solito. L’arredamento era molto suggestivo. Sembrava di stare in mezzo alla natura. I tavoli e le sedie sembravano cortecce di alberi e le pareti le foglie degli alberi e il pavimento sembrava l’erba d’un prato. Esmeralda ne rimase colpita. Andrew vide la sua contentezza e le disse: “Ti vedo contenta ed estasiata per il posto che ho deciso di portarti”. “Si, è molto bello e suggestivo. Specialmente per una persona come me che ama la natura e gli animali”. Andrew felice di averla resa anch’essa felice disse: “Su dai entriamo che ho una fame”, ed entrarono. Si sedettero in un tavolino che richiamava il ciliegio giapponese. Esmeralda non smise di guardare l’arredamento, finché Andrew: “Ora non mi dai più attenzioni” disse ridendo. “Scusami ma la natura e il mondo animale mi fanno questo effetto, anche se queste piante sono finte”. In quel momento, arrivò il cameriere a dare loro il listino. “Immagino che sceglierai i pancake” disse Andrew. “Vedo che cominci a conoscermi” rispose Esmeralda contenta e arrossendo contemporaneamente. Il cameriere tornò a prendere l’ordine. Nel mentre aspettavano la loro colazione, non proferirono parola ma continuavano a guardarsi negli occhi. Arrivò il loro ordine e iniziarono a mangiare. Non parlarono ma ogni tanto si lanciavano qualche sguardo ipnotico. Finirono di fare colazione e tornarono alla moto. “Ora ti riporto a Jesolo, ma stasera mi piacerebbe che venissi a cena con me, come ti avevo già accennato stamattina” “Volentieri” rispose Esmeralda. Le diede un bacio sulle labbra con un abbraccio conseguente. Si guardarono, sorrisero e si baciarono ancora. Poi si misero i caschi e salirono in moto.
Gabriele uscì dall’hotel e si incamminò verso la casa di Gioia…