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L'hai aspettata, di fronte alla frutteria.
Ti aspettavi, uscisse, il cesto pieno di uva e prezzemolo.
Ti aspettavi, che correndo, raggiugesse la tua bici,
che sareste andati al mare.
Avreste colto le conchiglie come gambi di nuovi fiori,
avreste saltellato, sulla sabbia, le dita coperte si salsedine.
Saresti rimasta, lì, ad attenderla, tutta la mattina,
avevi comprato la settimana enigmistica per i cruciverba.
Avresti lasciato a lei, scegliere tutte le parole; scombinare ogni definizione,
giocare con i tuoi bracciali, riempirti i capelli di colore.
L'avresti fatto, senza pudore, un bagno da nudi, a mezza notte,
la cena estiva con il minestrone.
Senza regole nè paragone,
un pasto esotico e non un cenone.
Le avresti descritto migliaia di costellazioni,
narrato dei mostri, proprietari dei tuoi dolori,
avresti lasciato, l'uva e il prezzemolo, i suoi ingredienti preferiti,
nascosti nella dispensa, sempre, affinchè li potesse ritrovare,
da sola, in una notte senza luna,
quando avrebbe avuto voglia di cantare
L'avresti accompagnata, il suono di un mandolino,
l'anguria, il pesto e le sue paure in un cestino.
L'avresti abbracciata, comprato tanta cioccolata,
portata tra i dolci rapinando una pasticceria.
Se solo fosse uscita da quella frutteria.