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Fuggivi l’amore per non soffrire
Per paura che nel regno dei tartari
Una possibile lei potesse andare.
Un giorno più distratto che mai davanti agli occhi cielo di euridice
non sei stato in grado d’indietreggiare.
la cosa più bella del mondo volevi fare
farglielo girare intorno
per non farla soffrire neanche un secondo.
ma un serpente al tuo proposito
sembrò metter fine
visto che con un suo morso
nel regno de tartari la condusse.
Arreso e svilito al pianto ti sei abbandonato
E la lira accantonata.
Un giorno a suonarla sempre in maniera più divina incominciasti
Per poterti farti aprire le porte del regno dei tartari
Da ade e persefone.
Entrasti senza speranza
e in vita riuscisti a riportarla
non ascoltando le voci delle sirene e le minacce degli dei di quel regno.
Con il suono della lira tutto il regno hai attraversato
E uscendo dalle sue porte
Dopo che per un istante vi siete guardati vi ritrovaste.
A distanza di millenni di serpenti e di esseri
Che si sentono degli dei come ade e persefone
il mondo Pieno ne è. Ma nonostante tutto il suono
Della lira di orfeo continua a riecheggiare.