Lo stato dell' arte e le arti gonadi

scritto da Francesco Giardina
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Autore del testo Francesco Giardina

Testo: Lo stato dell' arte e le arti gonadi
di Francesco Giardina

Ovarica o testicolare. Né una né l’ altro. Entrambi uniti a complemento, a compiuto concepimento, ciascuna meta dell’ altro è un intero fine che non finisce mai di stupire. Sbattiti quanto e come vuoi, ma non potrai mai riprodurre quel sommo spettacolo. Altro che! Altro che vena artistica, anima e siti poetici. Sono le gonadi: la sede, il sito, il tessuto più produttivo e artistico che abbiamo in corpo. La parte più viva e creativa di un uomo risiede lì. Nell’ intimo dell’ uomo, nell’ intimo d’ ogni donna, ci stanno l’ ama mai e lo Yamamay di quel Sì alla vita; Intimissimi e Calzedonia, intimissimi di Calcedonia.. vero Dio e vero uomo, un concilio di intenti tra calze a rete e mutande nottambule. Nessuna arte  può ricreare il mistero della vita, ficcatevelo bene in testa. Il resto che si ottiene non è nemmeno la differenza di quell’ immenso, è il risultato ri-prodotto di quel fattore xy; è il ri-dedotto in sintesi di fatti che emulano soltanto il germinale  di quella vera arte. La mostra è tutta una riproduzione in scala ridotta, una mediocre similitudine de la parte copulativa del soggetto essere; dell’ io sono e solingo che tenta invano e prova, seppur in modo encomiabile, invitante e nobile, a imitare la vita.   Prova e riprova ne è il lavoro estenuante.. che fai? Riprendi l’ arte, mettila da parto, correggila, riscrivila,  ma il parto-oscenico che calchi, restituisce un cromosoma mai identico,   perché il sipario rappresenta se stesso, è il limite oltre la lealtà della stesura, il sottile confine tra fedeltà e apparenza. Per carità, è vero:  si arriva ovunque replicando, ma ogni volta l’ artista giunge sempre alla stessa confusione sbagliata. È un caos concluso a chiave. Fu per Mitosi l’ assioma della genesi divina. Una tragica divisione dal mito al cellulare, e di organuli e di fermenti di vini, dagli e dai, negli e nei, ombre degli, Dei, delle, e poi tante proposizioni articolate alla rinfusa, a ragion veduta un nazareno e un uomo del Salento, Lecce omo e Gesù che si contendono la vita, l’ Hecce e lenza che abboccano da la storia risorta. Ci si cura  con pastiglie molecolari e di compresse pre- posizioni semplici, perlopiù scorrette. È la coltura del preconcetto e dei semi di olivo vergine, extra semi-svegli e semi abbandonati a oblii onirici; che per seminare davvero la morte, occorrono comunque semi nati dalla vita. Siamo costituiti Di adaincon supertrafragilissime esistenze, che da un teatro all' altro della recita, rimbalzano e rimbombano nello spazio. Una bomba anatomica e ad orologeria, i nostri corpi, di geni sono; che se dietro  abbiamo davvero  culo, ci mettono pure una lunga  data di scadenza prima di consumarci il calore e la lampadina. A lungo andare, la lunga  conservazione di ogni riproduzione artistica, allunga la memoria al concepimento. Ci strizza l’ occhio, ci rende ciechi, biechi echi di chissà quale avvenire remoto. L’ arte allunga la mano per conservazione. È  lì che attende, sottende e tende le dita, ma sono le gonadi la vera arte che allunga la vita, che la continuano e la tramandano per indole e natura. L’ uomo d’ arte  è dunque zebedeo, la donna l’ ovaio grembo della creazione più pura. Siamo l’ anamnesi e la reminiscenza artistica di questo musicale incontro. Anche Michelangelo e Leonardo attingevano a piene mani dalle gonadi della vita.

Lo stato dell' arte e le arti gonadi testo di Francesco Giardina
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