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Ah, i primi giorni d’estate,
con le promesse di libertà sussurrate,
quando il sole ci invita a ballare,
ma noi, goffi, ci impegniamo a sudare.
Il mare chiama con la sua voce d’onda,
e noi, spavaldi, ci mettiamo la muta,
ma ecco che arriva, un po’ come un dramma,
la pelle che arrossa, la sabbia che brucia.
E l’aria di sera che sembra un’illusione,
ci spinge a pensare a vacanze lontane,
ma basta una zanzara, come un fastidio in agguato,
a ricordarci che il paradiso è un po’ sovrastimato.
Il gelato che si scioglie più veloce del vento,
le sdraio che scottano, ah, che tormento!
E mentre sognamo fresche brezze montane,
ci ritroviamo in fila, sotto il sole cocente, a far la spesa al mercato rionale.
Tra risate e sudore, tra illusioni e ardore,
i primi giorni d’estate ci danno una lezione:
la libertà ha un prezzo, un piccolo sacrificio,
tra il sole che brucia e il sogno di un buon auspicio.
