La bambola

scritto da ElePic
Scritto 3 anni fa • Pubblicato 4 giorni fa • Revisionato 4 giorni fa
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Testo e immagine collage Copertina sono dell'autrice Elena Piccinini.
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Testo: La bambola
di ElePic

“La bambola”

 Non so per quale motivo mi balenò l’idea di costruire una bambola a mia immagine e somiglianza. Mi ero guardata allo specchio per diverso tempo studiando ogni dettaglio del mio fisico. Non avevo tralasciato nulla: l’altezza, la corporatura, il taglio e il colore dei capelli e degli occhi. L’indomani mi procurai stoffe, aghi, lane, pizzi, bottoni…insomma tutto ciò che mi occorreva per portare a termine il disegno fantastico. Poi mi misi all’opera. Completato che fu, rimasi soddisfatta dell’ottimo lavoro svolto. Le mie abili mani avevano forgiato un fantoccio delle mie dimensioni corporee, i cui tratti facciali erano identici ai miei. Inizialmente mi faceva compagnia e la sua presenza era piacevole. In seguito, fui costretta a cambiare opinione.  Mi accorsi infatti che la bambola mi imitava in tutto e per tutto. Se io rientravo dal lavoro serena e canterina, la sorprendevo in camera da letto mentre, sorridente, cantava; se invece rincasavo pensierosa e corrucciata, anche lei assumeva un’espressione seria e malinconica. No, così non poteva proprio andare. Non mi sentivo più tranquilla da quando avevo creato quel giocattolo. La situazione precipitò dopo che mi accorsi che, in mia assenza, rispondeva al telefono, imitando alla perfezione la mia voce, e parlava con i vicini di casa. Capii che stava invadendo la mia mente: i miei sogni erano pilotati da lei e così pure le mie decisioni e i miei pensieri. Non ero più in grado di agire liberamente. Come avrei potuto sbarazzarmi di lei, di quell’ essere irrispettoso che io stessa avevo plasmato? Dopo avere meditato a lungo, naturalmente non in sua presenza, misi in atto il mio piano. Decisi di sconvolgere il mio aspetto per un breve periodo. In questo modo l’avrei convinta a prendere le distanze da me, a fuggire da me. Trascorsi l’intero giorno fuori di casa. Mi recai da un parrucchiere e feci tagliare e tingere i capelli; entrai in un negozio di ottica e acquistai un paio di lenti a contatto colorate. Infine comprai abiti il cui stile non rispecchiava certo la mia personalità. La mia immagine subì un radicale cambiamento nel giro di poche ore. Rincasai tardi e la bambola, appena mi vide, manifestò la sua inquietudine: dapprima pianse disperatamente, poi mi rimproverò, cercando di farmi sentire in colpa. Non cedetti. Si era già appropriata della mia mente, non potevo permetterle di prendersi anche il cuore e i sentimenti. Si indebolì e si ammalò. Alla fine, decise di andarsene per sempre. Ricordo che uscì di casa sbattendo la porta. Non la rividi più. Un giorno, mentre passeggiavo sulle rive del fiume, scorsi degli straccetti colorati sparsi qua e là. Riconobbi gli sciàveri della mia creazione. La bambola si era autodistrutta. Rimasta sola, si era perduta nel nulla.

                                                                                                                                                                                       Elena Piccinini

 

 

 

 

 

 

 

 

La bambola testo di ElePic
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