Eco di Noi

Saremo sempre un sogno proibito per entrambi,
 incapaci di andare avanti ma riluttanti all'idea di tornare indietro.
Un limbo volontario e permanente,
 che non punisce ma accarezza,
 incastrato in una realtà che non trova una pura via di fuga,
ma solo stratagemmi inutili.
Dove basta uno sguardo,
 una parola,
 un sussurro,
 per riaccendere tutto.
Forse è proprio lì che vive il sogno più vero,
 in quel confine instabile tra ciò che potrebbe essere e ciò che non deve esserlo.
Il mondo potrà non conoscere mai i nostri nomi insieme,
 ma le reazioni chimiche sono già in atto,
 le connessioni sono autentiche e non è più possibile scinderle.
Iscritte nel tempo e mai rivelate.
Non servono prove, né promesse:
 basta un pensiero che attraversa la distanza,
 un battito sincronizzato per errore,
 e il silenzio che sa ancora di noi.
Come una tempesta in mare aperto,
 un vulcano iracondo che trema della sua stessa consapevolezza,
 conscio del fuoco che porta dentro e del rischio di incendiare tutto ciò che osa toccarlo.
Attendo l’aurora — non come luce di salvezza,
 ma come tregua momentanea,
 colei che dissolve per un istante la nebbia ardente di pensieri e colpe.
E intanto mi lascio trascinare dai cavalli dell’estro e della psiche,
 forze primordiali che emergono, inevitabili,
 come se l’anima avesse deciso di non tacere più.
Dolcemente intrappolato in poco più che un sogno —
 un inferno e un paradiso allo stesso tempo,
 dannato ma beato nella sua esistenza.
Perché se questo è un errore, è il più meraviglioso che potessi commettere.