L’ape, il riccio e il segreto dell’amicizia

C’era una volta, su una collina morbida e verde come una coperta di velluto, un prato fiorito che profumava di primavera tutto l’anno. Tra papaveri, margherite e campanule viveva Milla, un’ape speciale dalle ali luccicanti.

Milla non raccoglieva solo nettare: ogni fiore le regalava un sogno bello. I sogni avevano colori diversi—azzurri come il cielo, dorati come il sole, rosa come le guance dei bambini quando ridono. La sera, quando la luna si affacciava timida, Milla volava silenziosa fino alle finestre socchiuse e lasciava cadere quei sogni leggeri sui cuscini dei bambini, che così dormivano sereni e felici.

Un giorno, mentre tornava verso la collina, Milla sentì un sospirino tra l’erba alta. Lì sotto c’era Rufus, un riccio dal musetto gentile e dagli aculei un po’ spettinati. Se ne stava tutto solo, guardando le stelle.

«Perché sei triste?» gli chiese Milla, posandosi su una foglia.

«Tutti hanno qualcuno con cui giocare,» rispose Rufus, «io invece rotolo da solo.»

Milla allora ebbe un’idea. Prese il più caldo dei suoi sogni—uno color miele, pieno di risate—e lo posò accanto a Rufus. In quel momento, il riccio sorrise per la prima volta da tanto tempo.

Da quella sera, Milla e Rufus diventarono amici inseparabili. Lei volava leggera tra i fiori, lui camminava piano tra l’erba, ma insieme scoprivano il mondo: Rufus l’accompagnava nei prati durante il giorno, proteggendola dal vento, e Milla la notte gli raccontava le avventure dei sogni che aveva distribuito.

E così, sulla collina dai prati fioriti, non solo i bambini dormivano felici grazie a Milla, ma anche Rufus non si sentì mai più solo.

Morale: per essere amici non serve essere uguali. Anche se si vola o si cammina, se si è piccoli o un po’ pungenti, ciò che conta davvero è saper ascoltare, condividere e voler bene.