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Prima di allora non lo avevo mai visto in quel modo.
A volte capita di vedere qualcuno, di conoscere qualcuno,
ma quando ti capita di essere amico di qualcuno…
e non un amico qualsiasi,
come dicevamo all’asilo,
amici amici.
Chissà se siamo meglio da piccoli,
chissà se quando si è piccoli si hanno i poteri magici.
Sotto un certo aspetto credo di si.
Non mi è più capitato di vedere il mondo come lo vedevo prima,
di vedere gli altri come li vedevo prima
esseri nuovi,
con colori addosso di una sfumatura sempre diversa,
camminavano e io non sapevo nemmeno cosa volesse dire la parola,
parlavano e io non riuscivo a farlo,
però non giocavano.
No,
non giocavano.
Non li vedevo mai rincorrersi tra loro, nascondersi e farsi le boccacce.
Lo trovavo assai strano.
Mi chiedevo tra me e me il perché
Mi chiedevo perché mi sorridesse chiunque mi vedeva.
Allora guardavo mia mamma,
anche lei sorrideva,
anche io sorridevo.
Tutti sorridevamo.
Adesso invece non sorrido più.
Piango,
seduto sul ciglio della strada,
quel viottolo che percorrevo nel passeggino,
su cui camminavo,
quello che avevo pestato con le suole delle mie scarpe solo pochi giorni prima.
Non ero solo,
adesso lo sono.
Da piccolo sorridevo,
ora non sorrido più.
Prima di allora non lo avevo mai visto in quel modo.
prima di allora mi sembrava tutto così facile.
E invece no,
la vita non è facile.
Le lacrime sgorgavano dai miei occhi, cadevano sul terreno di quel viottolo
piano piano,
come lo scorrere della mia vita,
e scivolavano via nei buchi tra i cubetti della strada, fino a diventare invisibili.
Io ero invisibile in quel momento.
Chissà se avrei potuto smettere di esserlo.
avrei tanto voluto averlo affianco,
a darmi una pacca sulla spalla,
a dire svegliati e alzati da lì.
Ma non c’era.
Avevo ripensato a tutta la mia vita,
ma in quel momento il presente mi sembrava più lungo del passato.
Io lì seduto a piangere.
Solo e sperduto come quelle lacrime appena cadute e che continuamente cadevano ancora.
Prima di allora non lo avevo mai visto in quel modo…
Il mio migliore amico,
quello che per me c’era sempre,
quello che avrebbe raccolto le mie lacrime con la sua mano.
Mossi una mano lenta, come priva di vita,
per vedere se c’era.
Non c’era, non c’era più.
Lo avevo tradito,
avevo fatto la scelta sbagliata e ora lo avevo perso.
Non solo avevo perso lui,
avevo perso anche me stesso,
perchè le lacrime una volta cadute non tornano mai indietro.
E così anch’io.
Prima di allora non lo avevo mai visto in quel modo…