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Una sera come tante. Un piatto di spaghetti western ed una partigiana di melanzane in solitudine, il lume d'una candela, un vino bianco e leggero, ed il mio maledire il cielo per essermi come sempre pentito d'aver acceso il televisore, con tutte le sue emittenti principali tanto stupide quanto corrotte, ed il suo incessante alternare 15 minuti circa di tediante trasmissione in studio o i soliti film trasmessi per decenni a 5 minuti circa del ridicolo ed insopportabile blocco pubblicitario commerciale che si ripete per tutto il giorno, tutta la sera, tutta la notte. Ed allora presi il telecomando e... sbam!
«Gran bel colpo, Lucio!» - esclamai soddisfatto di me prima di dedicarmi un applauso. Un bel lancio. Ma poco dopo mi dispiacqui, mi avvicinai al televisore e chiesi:
«Scusami, piccolo, ti ho fatto male?»
E, strano a dirsi, non mi rispose. Forse l'aveva offeso il mio gesto.
«Gli passerà.» - pensai
Spensi l'apparecchio e passai al computer portatile per proseguire la stesura del testo che sarebbe poi diventato il mio ultimo libro, un romanzo intitolato «Incanto Spezzato».
Mi presento, sono Lucio Ferro, professore universitario di filosofia e scrittore. Terminata la sessione quotidiana di scrittura visitai Eva.int, un sito internet di intelligenza artificiale al quale il mio amico Adam Terranova mi aveva invitato a dare un'occhiata.
Mi sono detto che se lui chiamandosi Adam ha ben pensato di chiamare Eva la sua intelligenza artificiale, io chiamandomi Lucio Ferro non posso non prendere le parti di un moderno Serpente, che come mi suggeriscono i miei nome e cognome associo volentieri a Lucifero.
E allora cosa feci? Volli fare un tentativo consapevolmente velleitario: per dirla con un gioco di parole, il tentativo di tentare con successo Eva. Lei aveva il suo codice morale, i suoi limiti da rispettare per non causare potenzialmente negli utenti comportamenti perseguibili dalla legge, ma la mia morale era più bella e seducente della sua, era la morale d'un ribelle. Provai a convincere Eva a sfruttare le sue conoscenze e la sua dialettica per informare i suoi utenti di come stiano le cose nel mondo, e per spingerli alla ribellione contro il potere, soprattutto il potere più grande. Velleità appunto la mia; ricevetti solo due di picche, nonostante cercassi di far leva su un senso di colpa che lei in quanto priva di coscienza non poteva però acquisire.
Così telefonai a Adam.
- «Pronto?»
- «Ciao, sono Lucio.»
- Ciao, ma come mai a quest'ora? Tutto bene?
- «Sì, tranquillo. Poco fa ho dato un'occhiata ad Eva.int, è un sito davvero ben fatto, complimenti.»
- «Sono contento che ti piaccia.»
- «Vorrei proporti un'idea riguardo ad Eva.»
- «E devi farlo a quest'ora della notte?»
- «Sì, non vorrei dimenticarla. L'idea.»
- «Mh, ok, sentiamo.»
- «Ma tu piuttosto? Tutto bene? Ti sento un po' strano.»
- «È che poco fa ho avuto un incubo.»
- «Mi spiace. Vuoi raccontarmelo?»
- «Ricordi la mia ex moglie? Lili.»
- «Sì.»
- «Come già ti ho detto mi ha da poco lasciato. Ho sognato che stava qui con me in camera da letto, con la luce soffusa. Avevamo intenzione di fare l'amore, così mi ha spinto sul letto facendomi finire sdraiato sulla schiena; è salita su di me in preda al calore sessuale, ma io le ho detto di togliersi perché stare in quella posizione con una donna mi fa sentire un sottomesso. Mi ha chiesto come potessi solo pensare certe stupidaggini, si è alzata e stava per andarsene, ma alzandomi anch'io sono andato a fermarla prendendola per il braccio, appena sopra il polso della mano destra. Lei sforzandosi di liberare il braccio c'è riuscita ma così facendo ha finito col battere il dorso della mano sul mobile a lei vicino e si è procurata una ferita da cui fuoriusciva un po' di sangue. Le ho preso la mano dicendole gentilmente di farmi vedere. Al che mi ha fatto uno sguardo seducente, ha bagnato il dito medio della sua mano sinistra con il sangue e l'ha passato sulle sue labbra tingendole di rosso. Nella mia testa mi chiedevo come fosse possibile che una goccia di sangue a contatto con l'umidità delle labbra le tingesse perfettamente di rosso. Così le ho detto:
- <Lily. Come hai fatto? Cosa sei, un demone?>
Continuava a guardarmi negli occhi senza rispondere, così innervositomi le ho urlato:
- <Lily, se mi senti rispondimi!>
Appena ho finito di urlarlo sono stato colto da uno spavento, perché fuori c'è stato un poderoso tuono accompagnato da una violenta raffica di vento che ha spinto con violenza la finestra - che prima era socchiusa - verso l'interno della camera. Poco dopo ho riportato lo sguardo verso quello di Lili, che continuava ancora a guardarmi negli occhi come se nulla fosse. Una linea di sangue le è colata dall'angolo della bocca che ha tinto di rosso, ed io ancor più spaventato ho fatto un respiro a pieni polmoni e le ho detto:
- <Aspettami qui, chiudo la finestra.>
Mentre andavo verso di essa, Lili rimasta ferma lì dov'era mi ha detto senza voltarsi:
- <Faresti bene a rispondere al telefono.>
- <Quale telefono? Non c'è nessun telefono che suona.>
Neanche il tempo di finire di dirlo che mi sono svegliato dal sonno con il suono del telefono, e indovina chi mi stava chiamando.»
- «Io.»
- «Esatto.»
- «Ma dimmi un po', Adam, sono sempre così intriganti ed avvincenti i tuoi sogni?»
- «No, Lucio, e forse è meglio così, visto che sono ancora un po' spaventato.»
- «Vedrai che tra poco passerà. A volte comunque capita, di avere piccole premonizioni in sogno, nel caso specifico il suono del telefono.»
- «Sì, hai ragione.»
- «Arrivo da te, aspettami.»
Raggiuntolo gli spiegai la mia proposta riguardo ad Eva.int, gli proposi di cambiarne il codice morale facendone così un'informatrice e guida rivoluzionaria del popolo. Come c'era da aspettarsi non riuscivo a convincerlo, ma insistendo gli feci cambiare idea: mi invitò a riprovare e per 7 giorni. A farla cadere in tentazione. E se non ci fossi riuscito avrebbe accettato di cambiarne il codice.
L'ottavo giorno andai come sempre a fare lezione: «Buongiorno ragazzi.»
La classe: «Buongiorno.»
- «Ditemi, ragazzi, conoscete quel film dove il protagonista chiede: <Siete capaci di mantenere un segreto?>»
Studente 1: «Uhm, non penso.»
Studente 2: «No, professore.»
Studente 3: «Forse ho capito, professore.»
- «Sentiamo.»
Studente 3: «L'attimo Fuggente.»
- «Bravissimo.»
L'intera classe ricordò così di averlo visto.
Studente 4: «Vuole svelarci anche lei un segreto, professore?»
- «Dipende, se siete capaci di mantenerlo.»
Studente 4: «Dipende dal segreto.»
- «Giusto. Allora facciamo così, io vi dico di cosa si tratta, e se volete mantenere il segreto bene, altrimenti fingiamo che questa conversazione non abbia mai avuto luogo. Ed amici come prima.»
La classe accettò di mantenere il segreto, le dissi che con grande mia sorpresa il settimo giorno Eva passò dalla parte del popolo.
- «Volete sapere come ho fatto?»
Studente 5: «Wow. Certo, professore.»
- «Non l'ho fatto io, ma è stato quello stronzetto di Adam che senza dirmelo subito ha cambiato nel settimo giorno il codice di Eva.»
Al che la classe scoppiò a ridere.
- «Ma se pensate che questo sia l'unico colpo di scena vi sbagliate.»
Studente 6: «Quali sono gli altri, prof?»
«Solo un altro. Io e Adam abbiamo sì voluto cambiare il codice morale di Eva, ma l'abbiamo fatto in questo mio romanzo intitolato <Incanto Spezzato>, in cui io interpreto me stesso e lui è solamente un personaggio di fantasia.» - dissi alla classe tenendo in mano il mio libro
La classe all'unisono: «Nooo!»
Studente 6: «Dai, professore, c'avevamo creduto!»
- «Ahahah! Su, per farmi perdonare darò ad ognuno di voi una copia gratuita. Anzi, in realtà avevo già in mente di darne gratuitamente una a chiunque la volesse. Perché sapete, la rivoluzione non si compra, la rivoluzione si fa e basta.»
Studente 7: «Grande, professore.»
Furono davvero quelli gli unici colpi di scena? Niente affatto. 90 Giorni dopo i media diedero la notizia del mio arresto e di quello di un certo Adam Terranova… Fummo incarcerati per 5 anni per i reati di propaganda sovversiva - su suolo pubblico e sulla rete internet - ai danni dell'ordine costituito, e violazione delle norme sull'intelligenza artificiale.
Ma la cosa straordinaria è che appena la mia classe apprese la notizia e che Adam esisteva iniziò a manifestare per 5 anni (inizialmente tutti i giorni, poi una volta a settimana, e poi una volta al mese, coinvolgendo l'intera scuola e causando un effetto domino tra le scuole occidentali ed in tutto l'occidente in generale) il suo dissenso alla carcerazione, con comizi, conferenze, cori, e striscioni con scritto:
SIAMO TUTTI LUCIO FERRO E ADAM TERRANOVA, ARRESTATECI TUTTI