CAPITOLO 3
Oggi ho un torneo. E’ la prima partita che gioco in questa squadra e non vedo l’ora, sono contro le mie vecchie compagne.
E poi so che tu verrai a vedermi, per questo sono ancora più felice.
Ieri sera è stato bello.
Abbiamo ballato insieme, e mi hai baciata tante di quelle volte. Anche prima di uscire, sembravi non poter smettere. Sembrava quasi che volessi portarmi via con te. Ma ero stanca, volevo far le due e invece erano le quattro, non mi importava molto quel che volevi fare tu.
Abbiamo perso, capita, ma mi paghi la cena, il mio premio l’ho avuto comunque.
C’è anche Fede a cena, adoro quel ragazzo, è così sincero e diretto, sai che probabilmente non potrebbe mentirti mai, a parte se sei la morosa s’intende.
Tu invece non mi sembri il tipo da fare una cosa del genere.
Dopo mangiato volete andare a prendere un gelato, ma io sono esausta, voglio andare a casa. Mi chiedi di farlo per te. E facciamolo per te.
Credo che potrebbe nascere qualcosa tra noi.
E i giorni diventano settimane. Cominci a far parte della mia quotidianità, ti racconto quel che mi succede e tu ti lamenti che sei stanco.
Le amiche mi chiedono come va con te e io rispondo “è carino”. Niente di più, niente di meno.
Ti voglio bene e mi piace parlare con te.
Non so che mi sta succedendo.
So che mi alzo la mattina con la nausea e che continuo ad averla finché non ricevo un tuo messaggio. Ho la costante paura di sbagliare e la perenne voglia di stare con te.
Voglio sentirti, voglio vederti, vorrei che tu sentissi le stesse cose.
Mi va bene se non mi cerchi, purché tu mi risponda.
Sono depressa quando ti sento lontano e pazza quando fai il cretino. Non riesco più a godermi le cose se non so che tu sei con me. Se mi allontani, se mi ignori, se non mi sorridi.
Volevo rispettare i tuoi spazi e non risultare pressante ma la cosa mi sta risultando più difficile di quanto non mi aspettassi.
Sei arrivato nella mia vita in un momento in cui ne avevo bisogno e mi sono aggrappata a te con tal violenza e fiducia che se ti sposti un attimo cado a gambe all'aria.
Sembri aver creato una sorta di dipendenza.
Non volevo più star male per qualcuno, non ora. Non volevo provare qualcosa per qualcuno cosi in fretta, volevo il mio tempo, il mio spazio e le mie soddisfazioni. Non volevo altro.
Ma si sa, queste cose capitano.
E ogni tanto finiscono bene e ogni tanto ci si fa male. Ma questa è la vita. Ci si abitua, penso. O si muore.
Come disse Darwin, sopravviverà la specie con più capacità di adattamento, o qualcosa del genere.
Non so se sia amore, oppure puro desiderio. O magari solo la voglia di sentirmi speciale.
Non so cosa sia. So solo che non sto più bene senza di te.
E’ domenica pomeriggio. Anna e Sam non si parlano da un po’ ma oggi dobbiamo uscire tutte insieme.
E vieni anche tu, con Alessando (Ale), perché non hai la patente.
Mi ricordo una frase di Ale “ringraziami che te lo faccio vedere”.
Grazie Ale, potevi evitare, sarebbe andato tutto meglio. Ma andiamo con ordine.
Cos’era? La festa del cioccolato mi pare.
Ci siamo seduti in un bar, tu avevi la Frenci vicino e dopo varie insistenze (da parte del tuo grande amico) le ho chiesto di poter far cambio così da essere vicina a te.
Mi hai sorriso, bel sorriso. Si è capito che mi piace il tuo sorriso per caso?
?Mercoledì ho una partita vicino a dove abiti tu, e devo convincerti a venire. Uso la carta del “dopo ci facciamo la doccia insieme” e ti si illuminano gli occhi.
Non sono mai riuscita ad essere tanto aperta con qualcuno, ma ti dirò che non mi dispiace, mi piacciono le tue reazioni.
Tu e Ale andate al cinema dopo, vuoi che rimanga anch’io.
Al mio “nemmeno mi piace” replichi “e chi ha detto che dobbiamo guardarlo?”. Ti adoro.
Ma no, non posso rimanere.
E’ un altro venerdì sera, sei fuori con gli altri.
Ho voglia di vederti, davvero tanta.
Mi brillano gli occhi quando Andre dice che venite dove siamo noi e sento un peso nello stomaco quando invece cambiate idea. Te lo scrivo. “Volevo stare un po’ con te”. Sembri felice per questa frase, come a dire che vorresti anche tu e che ti dispiace. Poi venite dove siamo noi.
Sei bellissimo. Ti rubo un bacio prima di uscire, un tenero e veloce bacio sulle labbra.
Il giorno dopo mi hai scritto che sarei potuta rimanere un po’ di più, con te. Amore, avrei voluto, ma dovevo guidare e poi non voglio affezionarmi troppo.
Anche se ormai è tardi.
Lettere di un amore non corrisposto 3 testo di Less