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VITTIME D'ANSIA
maremoto interiore
nel gettarmi nel remoto
per darmi un tono
spendendo quel nulla che ci rende ricchi
la tela bianca in cui dipingi,
che è fatta di quei sacrifici
che sembrano gettati nel vuoto
per un lampo si vive il tuono
Cosa vale quanto quel nulla
in cui ci si confida quanto si è miseri,
quante menzogne servono per sembrar liberi,
senza cui si è in un costante maremoto senz’onde,
solo acqua in una lenta invasione
che sembra trovar Dio al mio collo,
infatti è ferma al mio petto:
Ansia di non detto che poi si fa non sapere
Di cui solo il nulla ci toglie la noia
E ricorda di non dirgli, che sopra il collo c’è la testa
Così l’ansia non sospetta come il cuore si arresta
INVIDIA NATURALE
La natura mi cresce intorno
E io cresco con lei
Però io ci provo e lei ci riesce,
e quanto è ingiusto che il fiorire
non avvenga per un accordo sottobanco
e non ci sia la mafia dei leoni
che chiede il pizzo alle zebre
a cui raramente vanno a rassomigliare
imprigionati in un qualche zoo.
Spregevole è che non ci sian ornitorinchi
Giudicati male dalle altre specie
che i camaleonti possano far male ad una mosca
ma non si possano candidar presidenti
La natura cresce e ambisce all’equilibrio
Mentre io perdo tempo a crearlo
Per questo io la invidio
PUNTI, FERMI E DI VISTA
Quanto. Mi sento incompreso
quando. Tra i passi nel vuoto
sento. Fuoco sui piedi nudi
Ah se tu sapessi quanto tremo,
quanto io vorrei pace lontano da te
ma con te accanto.
Ti sbircio i messaggi,
ti sbircio gli sguardi
e mi danno sapendo che un giorno o l’altro:
Vado. Lontano da te
Dove. Non mi potrai veder con lo sguardo
Quando. Mi cercherai io sarò volato
perché io voglio il mio e mi sento. Invaso.
Come una pianta sul balcone
che si è fatta, senza motivo, albero.
T’amo,
ma non credo d’amar la vita cui tu mi porti.
Ma t’amo.
E tanto basta o è mai bastato
A coprir con un velo il mio sentirmi sbagliato?