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Prima di affrontare un viaggio, mi informo sempre su cosa fare, su dove andare, su tutto quello che posso fare per non sprecare tempo. Però, in fondo, quello che cerco in un viaggio sono le cose strane, quelle che ti colpiscono senza preavviso, che ti fanno provare qualcosa.
È lì che si nasconde la bellezza.
Nel mio viaggio a Santiago del Cile, una delle cose che mi ha veramente sorpreso è stata la gentilezza delle persone.
Un sabato mattina, mi ero ripromesso di andare alla Vega Central, il mercato più grande della città. Così, mi trovo alla fermata della “Micro”, il bus urbano, aspettando la 502. Accanto a me, un po' di gente: due ragazzi, un signore di mezza età, e una signora anziana, probabilmente ultra ottantenne, con il suo trolley di plastica ormai quasi più vecchio di lei.
Quando arriva la micro, è già stracolma. Entriamo dalla porta davanti, dove si passa la “tarjeta BIP”, una tessera ricaricabile che permette di viaggiare in bus e metropolitana. Passi i tornelli e sei dentro. La signora, però, ha qualche difficoltà. Il conducente, senza pensarci troppo, le apre la porta posteriore, quella per l'uscita, e la signora riesce finalmente a salire. Un ragazzo la aiuta, trovandole anche un posto a sedere.
La signora ringrazia, sorridendo, e con un gesto gentile gli passa la sua BIP. Il ragazzo, senza battere ciglio, fa passare la tessera a uno che sta vicino a lui, e la BIP comincia il suo viaggio a catena. A un certo punto arriva fino alla porta d’ingresso, dove un altro passeggero la fa passare sul lettore. Poi, piano piano, la tessera torna indietro al suo posto di partenza, e la signora, dopo un giro quasi "magico", se la ritrova tra le sue mani.
Guardando tutta quella scena, mi sono sentito un po' stranito. Poi, subito dopo, mi ha preso una commozione strana, un misto di tenerezza e incredulità. È stato come assistere a un piccolo atto di aiuto comunitario, un gesto spontaneo e quasi codificato, un senso di fratellanza che sembrava naturale, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Mi sono ritrovato a pensare a quanta forza ci sia in questa gente, quanto siano uniti nelle difficoltà, quanto pronti a darsi una mano. Penso ai terremoti, alle tragedie che hanno affrontato, sempre con quella consapevolezza che non sono mai soli, ma che c’è sempre qualcuno pronto ad aiutare, a sostenere.
E tutto questo non è solo un modo di vivere; è un sentimento profondo di umanità.
Ecco, questa una è la bellezza del viaggio.