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Ma non vi siete forsi accorti che stiamo tutti en attendant la fin?
Un urlo nel vento, una foglia che cade,
e l'anima si tende, un fragile confine
tra l'oggi che ci avvolge e l'ombra che ci invade.
Nei gesti ripetuti, nel giorno che declina,
c'è un'eco lontana di un tempo che fu.
Ogni sguardo si perde in una trama fina,
di sogni sbiaditi, di un non detto "di più".
Le piazze silenti, le strade deserte,
riflettono un'attesa che il cuore ben sa.
Un'ansia sottile, una fiamma incerta,
che brucia pian piano la nostra età.
Eppure, in questo limbo sospeso e inquieto,
un germoglio tenace si ostina a spuntare.
Una scintilla lieve, un segreto anelito,
che forse, nel buio, ci potrà salvare.
Attendiamo, sì, con la fronte abbassata,
ma un filo di speranza nel petto resiste.
Che la fine non sia la parola segnata,
ma un nuovo principio, una diversa veste.
O forse è soltanto un'altra Domenica al salmi' che ci rammenta
con uggiosa indolenza che domani è solo
un altro lunedì
