Gli Snaldi

scritto da Dragollone
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La primavera non sembra arrivare.
- Nota dell'autore Dragollone

Testo: Gli Snaldi
di Dragollone

“ Siamo gli Snaldi e con lazzi e canti facciamo smeraldi”
In un documento del comune di Passatrota, in data 11 Gennaio 1872 si fa accenno per la prima volta a una famiglia nominata Snaldi e alla capacità dei suoi componenti nel far buffonerie.
Tre anni dopo per l'esattezza in data 1 Aprile 1875 negli annali del convento di San Polpettoso l'abate Paolotto racconta.
“ La primavera, nonostante il calendario, è ancora nascosta dietro fitte coltri di nebbia. Sugli alberi non sbocciavano foglie e fiori, ma solo cristalli di ghiaccio. Il pericolo della carestia è quanto mai concreto.
Ogni giorno nella cappella del convento io e i miei confratelli preghiamo Dio e tutti i suoi santi per far giungere la primavera. Ma nulla sembra cambiare. L’inverno non ne vuole sapere di abbandonare la sua presa su questa povera terra.

La mattina del primo Aprile le nostre preghiere furono interrotte da canti fioriti e calorose risate. Ci affacciammo alla porta del convento e con grande stupore vedemmo uscire dalla fitta nebbia un carrozzone dai mille colori, trainato da due grossi somari adorni di fiocchi, coccarde e trillanti campanelle.
Sopra il carrozzone, vi erano persone dal volto bianco dominato da bellissimi sorrisi. I loro corpi erano ricoperti da buffe vesti coloratissime.
Il carrozzone si fermò davanti alla porta del convento. Un ometto vestito con le sfumature del rosso e del blu con un grande ruzzolone scese dal carro fermandosi difronte a noi. – Santi uomini a voi giungiamo dopo un lungo andare. Ci presentiamo, siamo gli Snaldi e con lazzi e canti facciamo smeraldi-.
Il sole, richiamato da quell’annuncio squarciò le nubi e inondò la campagna con un grande tepore. Fu l’inizio di una fruttuosa primavera”
Sono ormai più di cento anni che la famiglia Snaldi girovaga in ogni terra portando nei suoi lazzi e canti la gioia della bella stagione.
Gli Snaldi testo di Dragollone
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