La casa sul mare

scritto da MargheritaD
Scritto 4 mesi fa • Pubblicato 4 mesi fa • Revisionato 4 mesi fa
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Autore del testo MargheritaD

Testo: La casa sul mare
di MargheritaD

  

Amanda era una ragazza mora, laureata in letteratura perché sin da piccola sognava di essere una scrittrice. Viveva con due coinquiline in un piccolo appartamento vicino all’Università, ma a differenza loro non amava uscire, rimaneva spesso a casa anche il venerdì e il sabato, si sedeva alla scrivania e provava a scrivere, ma non era mai riuscita a chiudere nessuno dei suoi racconti. Una sera, quando ormai iniziava a fare meno freddo, le coinquiline la convinsero a uscire con loro. Si fece una lunga doccia, sciolse i capelli, tirò fuori dall’armadio il suo abito preferito blu notte, infilò delicatamente le calze riuscendo a non rovinarle, e mise ai piedi gli stivaletti col tacco. Le amiche la guardarono uscire dal bagno annuendo soddisfatte.

“Sei uno schianto baby”.

 Presero un taxi fino alla 59esima strada, ed entrarono con passo trionfale nel solito bar del sabato sera. 

“Ciao Billy, guarda chi ti abbiamo portato!”

“Amanda! Bentornata. Ragazze accomodatevi qui al bancone che il primo giro stasera ve lo offro io”

“Grazie Bill sei un tesoro”

 

“… dovresti venire più spesso mia cara!”

“Ma sì, come se fosse per me, si vede lontano dieci miglia che Bill ha occhi solo per Clara”

“Che spirito d’osservazione, baby! Neanche sei entrata e già hai fatto i raggi X al barista”

“Dai ragazze cambiamo discorso, mi mettete in imbarazzo”

“Di che ti vergogni scusa? Non sei contenta, è un fico!”

“Ssssh”

“Ecco a voi ragazze! Ora vi porto anche due stuzzichini” 

“Anche gli stuzzichini! Ma allora è proprio cotto!”

“Ma la volete smettere!”

“Alla nostra”

“alla nostra!”

 

 “Ragazze mi sono scordata le sigarette, passo al distributore qui dietro. Torno in un attimo”

Si ferma al distributore e mentre se ne sta andando la ferma un uomo e molto gentilmente le chiede di accompagnarlo a casa, perché lui non trova più la strada. Lei capisce che l’uomo vuole veramente solo che lo aiuti a ritrovare la sua casa, così gli chiede dove abita.

L’uomo si presenta, si chiama Josip ed è di Zagabria, ma vive a New York da moltissimi anni ormai, vive in questa casa con molte altre persone, ci sono tre diversi piani e diverse stanze, la cucina, il salotto, una grande terrazza e alcuni bagni. Lei chiede altre indicazioni finchè non ne mette insieme abbastanza da capire orientativamente la posizione della casa.  Si avviano verso la metro, passando davanti al bar le amiche la vedono andare via con uno sconosciuto, e ridacchiano felici per la loro amica. L’uomo è tutto coperto, ha un cappuccio e una sciarpa che coprono la gran parte del viso, ma Amanda guardandolo rimane colpita dalla profondità dei suoi occhi, blu come il mare.

Continuano a parlare, lui è molto discreto, parla a voce bassa, ha un suono melodioso. Lei si lascia accarezzare dalla dolcezza dei suoi modi, così diversi dalle usanze newyorkesi, burbere e rumorose.

Parlando si scopre il passato di Josip, compositore famoso a Zagabria costretto a fuggire per scampare alla galera, accusato dell’omicidio di sua sorella. Lasciò la sua vita, la sua carriera, sua sorella, la sua promessa sposa, che si convinse della sua colpevolezza ripudiandolo. 

Arrivato in America trascorse alcuni anni in Minnesota, dove lavorò in un’azienda agricola, per poi trasferirsi nello stato di New York per seguire una donna. Con lei ebbe una figlia e si trasferirono a New York, in una bella casa di Brooklyn. Lei era di famiglia ricca e vissero agiatamente finché la famiglia di lei non cadde in rovina, si trasferirono quindi in questa casa comune a Coney Island, lui aveva ricominciato a lavorare come musicista nei localini di Manhattan. 

Mentre Amanda gli chiede di raccontargli parti della sua vita, lui commenta i suoi modi e i suoi gesti in modo molto preciso, che colpisce Amanda, che percepisce una grande sensibilità in lui. 

Amanda dal canto suo è una persona insicura, che non crede abbastanza in se stessa, nella sua bellezza e nelle sue capacità. 

È piena di dubbi sul suo futuro, ha difficoltà a prendere decisioni e soffre molto il giudizio degli altri, un problema che ha le sue radici nel tacito sguardo di suo padre, mai realmente convinto delle sue scelte.

Amanda e Josip avranno una lunga conversazione che durerà quasi tutta la notte, tra metropolitane, strade sbagliate, passeggiate sulla spiaggia senza più una meta. Ormai albeggia quando Josip si ferma, e le indica il portone di casa. È davvero tardi per tornare indietro, e la brezza mattutina è fredda e ha gelato le gambe di Amanda, coperte solo da una calza nera neanche tanto coprente.

Amanda accetta l’invito di Josip a salire, la sistema su un divano letto nel salottino della casa comune. Le prepara una tazza di camomilla calda, e le lascia diverse coperte. È tutto silenzioso, saranno le 6 di mattina, la casa dorme ed Amanda si addormenta vestita. L’indomani mattina, Amanda apre gli occhi e trova Josip ai fornelli, a cucinare i pancake per la colazione. Entrano nella stanza comune altri abitanti della casa, e la colazione viene servita per tutti. 

Amanda viene invitata a pranzo quella domenica, e tutti insieme dopo una piacevole chiacchierata iniziano a preparare il pranzo e ad apparecchiare il tavolo della festa fuori in terrazza che affaccia sul mare. Gli abitanti della casa hanno tutti delle storie incredibili, c’è un marinaio in pensione che sostiene di aver avuto una lunga relazione d’amore con una sirena; un becchino convinto di essere una sorta di zombie, e che ricorda esattamente di essere stato assassinato da un morto del suo cimitero, famoso assassino della zona. C’è anche una ragazza giovanissima, molto bella, con i capelli dorati e le guance che sembrano due petali di rosa, Josip la presenta come sua figlia, ma solo quando Amanda e Katy si troveranno in disparte Katy confesserà di non esserlo, glielo lascia credere perché lui ne è fermamente convinto, e perché sarebbe una cattiveria negare. Lei è la padrona di casa, e ospita tutte queste persone trovate a vagabondare confuse per le strade di New York. Nessuno sa chi siano veramente, ma lei, rimasta orfana e unica proprietaria di quella grande casa, ha scelto di ospitarle e farle sentire a casa loro. 

Il pranzo è un momento delizioso di condivisioni, risate e racconti surreali. Il sole sta scendendo verso il mare quando Amanda si congeda per tornare a casa sua, a Manhattan. 

In metro frugando nelle tasche trova il volantino di un locale che le aveva dato Josip la sera prima, invitandola al suo concerto il sabato successivo. Il sabato Amanda si prepara, si veste carina ed esce di nuovo, con sommo stupore delle coinquiline, a cui non ha voluto raccontare niente di quella strana serata. Ma arrivata al locale il proprietario le dice che non ci sarà nessun concerto, e che non hanno mai sentito il nome di questo musicista croato prima di allora. Allora Amanda decide di andare a Coney Island, a casa di Josip. Arrivata sulla strada, si ferma a un portone, ma non è quello, continua controllando tutti i portoni della strada, ma non riesce a ritrovare quello dove è entrata il sabato precedente. Sconcertata, e piena di pensieri, si siede in un bar lì vicino, ordina una birra, e tira fuori il suo taccuino, spinta da un improvviso getto creativo.

Rimane lì tutta la serata, scrivendo senza sosta pagine e pagine di una nuova storia. Il bar sta chiudendo quando lei si rende conto di aver finito, di aver terminato in una notte un racconto, quando mai nella sua vita era riuscita a finirne definitivamente uno. Quel racconto le piace, per la prima volta. A casa lo corregge e lo batte al computer, decisa finalmente a mettersi in gioco.

La casa sul mare testo di MargheritaD
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