Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
Mentre pei cieli notturni diffonde
gran pallio d'ostro il dì pargoletto,
e già il Sol, col suo raio, confonde
dei chiari greggi lo stuol pallidetto,
chete sussurran all'aure le fronde
del flebil canto d'un vago augelletto,
i cui dogliosi e garruli accenti
volser gli zeffir in aurei concenti.
Spirava 'l giorno allor, d'ogni favella
tacea lassata già la selva bruna,
e verberarsi, trepida facella,
dall'aere cupo, si scorgea la luna;
nei rivi spenti, scintilaàn le stella,
dai ciel superni e senza nube alcuna,
quando un canto, lagrimoso e tosco,
d'un tratto, risonar s'udì pel bosco.
Ai vaghi suon, che tenui si spargean,
destaronsi le ninfe ei satirelli,
più chiari i ciel stellati rispleandean,
tacersi l'umori dei ruscelli,
con l'aure fresche, a quel caner parean;
poi tutti voller gir all'arbuscelli,
donde si dolce suon spandeasi intorno,
pria ch'a quel canto fin ponesse 'l giorno.
Repente, un'eco scaltra avea stravolto,
più volte il fonte di quel mesto pianto;
il ricercar, nel ver, fu van per molto:
ove più fitto era 'l notturno manto,
frai rami d'un annoso rover folto,
apparve alfin l'esil tenor del canto.
Poi, tutt'in gir, tacendosi la selva,
assider si vedè preda con belva.
Il melodioso suon, per monti e valli,
or echeggiar s'udia qual dolce brezza,
or netto, insino ai più celesti stalli,
giungea l'animi empiendo di vaghezza;
l'auriga di Selene i suoi cavalli
frenati avea, con l'aurea cavezza;
dai bei palchi del ciel, rugiadee stille
Flori piangea, lucenti qual faville.
A lungo il rossigniuol, senza più posa,
effuse lieve 'l van carme d'amore;
quando nei ciel per disbocciar la rosa
stava dell'alba, il passional cantore
cessò d'un tratto l'ode sua dogliosa,
col cor trafitto, alfin, d'aspro dolore;
giù dalle fronde, andò sul duro suolo,
per sempre a riposar quel rossigniuolo.
L'astri notturni già fuggenti pianser
argentee brine sull'augel estinto,
poi, le ninfette con l'alloro cinser
la nobil fronte del cantor, che vinto
non fu da amor, ma le sue note vinser
quei mesti lacci a cui fu in terra avvinto.
Questo narran, all'aure mattutine,
le fresche fronde, col frusciante crine.