L'ultima plaga

scritto da MicheleMaria2023
Scritto 10 mesi fa • Pubblicato 10 mesi fa • Revisionato 10 mesi fa
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Autore del testo MicheleMaria2023

Testo: L'ultima plaga
di MicheleMaria2023

   L’ultima plaga

 

Tu guardi a me

come a un tenue virgulto

un morbido fiore

di languida vita acceso,

ma io non son che il greve fusto

l’arido tronco, arso, distorto

dal fulmine combusto.

 

Tu la parvenza scruti, il simulacro

di chi al tuo sguardo si è mostrato un giorno,

ma erronea e fallace è questa immago:

stento e sfibrato ormai è l’esser mio,

le stanche membra non reggon più i ginocchi

pesti ed esangui sono i cigli e gli occhi. 

 

Aspro è il momento, affanno e umiliazione

vengono a me che vago a vuoto e invano

fra quest’aride lande a rimembrare

l’antica traccia che persevera veemente

nell’animo, nel cuore e nella mente.

 

Indi riveggo le perfette forme,

l’esemplar figura, l’effigie inimitabile

di cui tu, splendidamente cinta,

a me apparisti in quel fatale dì.

 

Vano fantasma o indizio di esistenza,

spirto di fuoco o essere reale,

concreta foggia o eterea sensazione:

dubbio perenne che guerreggia dentro.

La tua voce - seppur fioca - odo ancora,

il tuo appello nel mio petto ancor risuona,

ma coglierlo non so, o più non posso:

una nebbia s’oppone, un denso manto

di bruma e di caligine che vieta

allo sguardo interior l’ultima plaga

l’orizzonte estremo dell’essenza

e la speme a me nega, anche la speme.

L'ultima plaga testo di MicheleMaria2023
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