Contenuti per adulti
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Dalla mia scrittura fiorisce l’urgenza
di fissare la continua sottrazione dell’altro.
Questi versi sono l’unico luogo
in cui mi è concesso immaginarti,
eppure governare la materia descritta
mi risulta difficile.
La tua narrazione non conduce
ad alcuna rivelazione.
Continuo a manipolare la penna tra le dita,
sperando tu sappia farti inchiostro,
e poi spirito,
e poi carne.
Ti ho davvero pensato, per tutto questo tempo, a vuoto?
Forse solo nelle poesie cattive
la parola sa essere strumento creatore,
mentre i sogni d’affetto, dalla testa,
crollano giù nelle viscere esauste
per finire schiacciati sotto le scarpe.
E io,
il bambino dei no arroccato nel buio,
il più fallimentare dei poeti,
con le mani impastate dalla cenere,
mi scopro incapace a trovare un ricordo
attraverso cui scrivere di te.
Ignoro se abbia mai saputo leggerti davvero
Sei sempre stato un estraneo
Forse per entrambi, oggi più che allora
Il racconto di te conosce origine solo da una bugia.
Così mi dispongo a scrivere la tua elegia.
Si muove da te un ultimo verso,
incide la mia carne fragile
e dice:
“Ah, se in quella sera di Marzo avessi ascoltato come mi batteva forte il tuo cuore”.